Lunedì sera a Melzo si è celebrata la tradizionale Messa per la festività di Sant’Andrea nell’omonima chiesa la quale, benché non venga più utilizzata per le funzioni, rimane un centro nevralgico in città dal punto di vista culturale ed artistico oltre che per il valore sentimentale che ha per molti melzesi.
Un ultimo saluto a Luca
Gli Amici di Sant’Andrea, associazione che si occupa di mantenere aperta la chiesa e di promuoverne le bellezze artistiche di scuola vinciana, ha voluto dedicare la Messa di quest’anno a Luca Sinigaglia. L’alpinista melzese la scorsa estate è deceduto sul Peak Pobeda (7439 m) quando, dopo aver già raggiunto la vetta e iniziato la discesa, ha deciso di tornare indietro per portare soccorso all’amica russa Natalia Nagovitsyna bloccata con una gamba rotta: questo atto di immensa generosità però gli è costato la vita.
Il prevosto, don Renato Fantoni, ha definito il suo un “gesto di coraggio e altruismo” ricordando Luca all’inizio della Messa. Durante l’omelia invece si è soffermato sulla figura di Sant’Andrea, uno degli apostoli, ricordando e ringraziando i volontari che si impegnano per mantenere bella e in ordine la chiesa a lui dedicata.
Nella memoria di questo nostro santo, patrono di questa chiesa, vogliamo davvero chiedere al Signore la capacità di lasciare i nostri schemi. E allora forse è proprio bello che questa celebrazione cada nel tempo di Avvento; perché il tempo di Avvento è un tempo di riscoperta dell’attendere qualcosa di grande e oggi nel mondo non sono tanti quelli che attendono qualcosa di veramente grande. Sono tanti i delusi, sono tanti quelli che si chiudono nel passato; invece c’è qualcuno che è capace ancora di gioire, di vedere i segni che Dio traccia ancora oggi nella nostra complicata storia, di custodire e di costruire il futuro sulla memoria del passato concretamente nelle azioni presenti.
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