Cultura e riflessione

L’arte contro la violenza sulle donne: in mostra le opere di madre, figlia e dei ragazzi delle terze medie

Nella biblioteca di Pioltello è stato inaugurato il percorso in opere che racconta la violenza vista dagli occhi dei ragazzi delle scuole medie e di due artiste

L’arte contro la violenza sulle donne: in mostra le opere di madre, figlia e dei ragazzi delle terze medie

L’arte è diventata strumento di denuncia, di sensibilizzazione e di riflessione. Ieri sera, martedì 25 novembre 2025, è stata inaugurata a Pioltello la mostra dedicata alla Giornata internazionale contro la Violenza sulle donne.

Arte che fa riflettere: protagonisti i ragazzi

A inaugurare l’esposizione “Io non ci sto più, l’amore non è possesso”, la sindaca Ivonne Cosciotti insieme all’assessore alle Pari opportunità Jessica d’Adamo, che hanno dato il benvenuto al nutrito pubblico che ha partecipato all’apertura della mostra allestita presso il piano -1 della Biblioteca Manzoni di piazza dei Popoli e nella Sala Eventi. Protagonisti, in particolare, i ragazzi. A cominciare da quelli del Cak Patchanka, autori del grande striscione portato in marcia durante la Camminata della Rete Viola dello scorso mese. 

Insieme a loro anche gli studenti dell’Istituto Machiavelli di Pioltello che, nella giornata di ieri, hanno organizzato momenti di riflessione e letture sui temi legati alla giornata. Grazie alla collaborazione tra Amministrazione e rappresentanti degli studenti, inoltre, sempre ieri i ragazzi del Polo Tecnico hanno verniciato di rosso le panchine presenti nel Parcone di via Milano, proprio davanti alla loro sede.

Ma la mostra è stata soprattutto l’occasione per coinvolgere i più giovani, i ragazzi delle terze medie dell’Iqbal Masih che, guidati dai loro professori Antonino Salamone, Marco Cardarella e Milena Ciuti, hanno realizzato due istallazioni che hanno colpito tutti i presenti. La prima, realizzata con degli specchi, in cui si riportavano frasi e stereotipi di genere che feriscono sin da giovane età. La seconda, dal titolo “Sogni infranti”, riportava una serie di lavori realizzati dai ragazzi utilizzando solo tre colori: rosso, bianco e nero (cliccando QUI è possibile vedere tutte le opere realizzate dagli studenti).

Le opere di madre e figlia

In Sala Eventi, invece, la mostra principale intitolata “Un viaggio tra opere di pittura, disegno e grafica”, realizzata da Roberta De Chiara e Anna Iadarola, madre e figlia che hanno deciso di raccontare attraverso l’arte cosa sia la violenza sulle donne, “affinché ciò che appare lontano, sentito solo nelle cronache, diventi qualcosa di tangibile e vicino a tutti noi”, hanno spiegato. La mostra sarà visitabile liberamente sino al 6 dicembre 2025 negli orari di apertura della biblioteca.

Siamo qui ad ammirare questi lavori magnifici che, però, sono realizzati in occasione di una giornata che non vorremo mai celebrare perché vorrebbe dire che le violenze di genere sono state superate. Quest’anno abbiamo deciso di concentrare le nostre iniziative in particolare sulla formazione dei genitori, perché se ancora oggi assistiamo a violenze, soprusi, stupri e femminicidi vuol dire che qualcosa lo abbiamo sbagliato

ha commentato la sindaca Cosciotti, cui ha fatto eco l’assessore D’Adamo:

Non voglio parlare di numeri, perché le donne non possono essere ridotte a un mero elenco di vittime e di uccisioni. Il nostro compito come Amministrazione è lavorare sull’educazione e sulla prevenzione attraverso un percorso che passa dalle scuole, ma anche dagli incontri con i genitori, perché dobbiamo essere tutti consapevoli che l’esempio che noi diamo alle future generazioni vale più di qualsiasi parola. Come madre di un bambino di due anni, e di un altro maschio che arriverà a breve, sento su di me la responsabilità di crescerli come maschi, come uomini, rispettosi e gentili.