Il 5 dicembre 1995, grazie alla epica iniziativa di alcuni giovani studenti universitari di Capriate San Gervasio determinati a tutelarla da possibili speculatori che stavano per affacciarsi all’orizzonte, Crespi d’Adda, veniva inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, un riconoscimento internazionale che ne consacrava il valore storico, architettonico e sociale.
Un anniversario importante
Un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, che vide la luce in Europa e nell’America del Nord tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo, espressione della filosofia predominante tra gli industriali illuminati nei riguardi dei loro operai.
È con questa motivazione che il Comitato per il Patrimonio Mondiale Unesco accolse, nel 1995, il Villaggio operaio bergamasco nella World Heritage List, undicesimo sito in Italia, terzo in Lombardia, quinto al mondo per l’archeologia industriale.
A trent’anni dal riconoscimento, Crespi d’Adda celebra una importante rinascita. Grazie, infatti, al progetto, alla visione e all’impegno dell’Associazione Crespi d’Adda, partner dell’Amministrazione comunale di Capriate San Gervasio, il Villaggio operaio è passato da una situazione di decadenza industriale e degrado sociale alla ribalta internazionale, affermandosi come uno dei più importanti siti di turismo industriale ancora abitati: oggi, in questo segmento turistico, è secondo solo al museo Ferrari di Maranello, come numero di visitatori, ed è considerato un vero e proprio modello di riferimento a livello nazionale e internazionale, citato o ospitato anche nelle conferenze internazionali sul turismo industriale.
Il riconoscimento Unesco ha garantito negli anni una costante attenzione alla tutela del suo patrimonio architettonico e urbanistico, trasformando Crespi d’Adda in un simbolo di conservazione e valorizzazione storica. Ma non solo: il borgo ha saputo reinventarsi come laboratorio culturale capace di dialogare con generazioni diverse, coinvolgendo la comunità, le scuole, studiosi e visitatori in un racconto vivo e condiviso.
Progetti sulla memoria storica, laboratori sul “saper fare”, la creazione del Museo Partecipato, il festival di letteratura del lavoro, Produzioni Ininterrotte (giunto alla settima edizione) e diverse iniziative messe in campo negli anni, hanno reso Crespi d’Adda un luogo dove la cultura è diventata la nuova linfa vitale. Dalla produzione del cotone nella grande fabbrica fondata nel 1878 da Benigno Crespi, ferma dal 2004, il borgo è passato a produrre idee, visioni e bellezza. Una metamorfosi che ha riacceso l’interesse turistico, riportato al villaggio attività commerciali, spazi di ristoro e accoglienza, e restituito a Crespi d’Adda il ruolo di protagonista nel panorama culturale italiano. Quello di Crespi d’Adda è anche un modello dove la cultura è stata motore di lavoro concreto coinvolgendo in maniera diretta o indotta circa un centinaio persone: sei persone assunte, venticinque guide professioniste e quasi sessanta collaboratori per lo più studenti del territorio coinvolti in laboratori e visite guidate. Recentemente, inoltre, l’Associazione Crespi d’Adda con l’Unesco Visitor Centre è stato insignito del premio internazionale Mario Bagnara 2025 per la categoria “Migliore iniziativa di sensibilizzazione e promozione dei valori Unesco in ambito turistico”, riconoscimento dedicato a enti del turismo, istituzioni, associazioni e operatori del territorio che, attraverso la loro attività, mirano a informare, educare e sensibilizzare i visitatori e le comunità locali, soprattutto le giovani generazioni, alla tutela dei beni patrimonio mondiale.
Cuore delle attività culturali e turistiche è proprio l’Unesco Visitor Centre di Crespi d’Adda, info point ufficiale di Crespi d’Adda riconosciuto da Regione Lombardia. Sorto come scuola ai tempi della famiglia Crespi, oggi ospita lo staff di Associazione Crespi d’Adda, composto da residenti locali, giovani volontari e professionisti di settore. Dal 2017 ne gestisce infatti l’attività turistica e culturale. Ospita la biglietteria, il bookshop, l’archivio storico, le sale per conferenze e laboratori dedicati alle scuole e il museo per conoscere la storia della famiglia Crespi e del loro villaggio, rimasto immutato nel tempo e tutt’ora abitato.
Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda ha dichiarato:
Festeggiamo trent’anni trascorsi lavorando assiduamente per assicurare a Crespi d’Adda un futuro diverso da quello di chi immaginava di “completare” il disegno urbanistico di Cristoforo Benigno Crespi con condomini, casette e un supermercato. Ho sempre pensato che il futuro del nostro Paese passasse, non dal cemento, ma dalla cultura e dalla sua valorizzazione e i 30mila visitatori transitati dall’Unesco Visitor Centre lo scorso anno dimostrano che questa è stata la strada giusta da percorrere. Ci sono voluti quasi tre decenni da quando Andrea Biffi e Enzo Galbiati, eroi civili di questa vicenda, contattarono gli uffici Unesco di Parigi ma è indubbio che, grazie allo sviluppo culturale e turistico, oltre alla creazione del Visitor Centre, epicentro delle iniziative di promozione, molti luoghi che erano stati chiusi da anni sono ritornati a vivere grazie a capaci imprenditori che hanno creduto nel progetto e investito sul territorio generando economia, posti di lavoro, una rinnovata vitalità cittadina e un incremento della sicurezza al villaggio contribuendo, oltre che alla sua tutela, alla crescita esponenziale del valore degli edifici a beneficio di tutti i proprietari, incentivandone l’abbellimento estetico. Oggi, a differenza di quarant’anni fa, Crespi d’Adda è finalmente un luogo dove si possono coniugare i verbi al futuro.
Oggi, questo villaggio sospeso tra passato e futuro torna protagonista, non solo come luogo, ma come racconto. Il 5 dicembre 2025, in occasione del 30esimo anniversario dell’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, nell’ambito di Produzioni Ininterrotte, il Festival di letteratura del lavoro, Crespi d’Adda ospiterà al teatro dell’Unesco Visitor Centre la proiezione in anteprima nazionale di “Crespi d’Adda. Utopie del lavoro”, un film interamente dedicato alla sua storia e alla sua anima. Un’opera che intreccia immagini, testimonianze e suggestioni per restituire al pubblico lo spirito di una comunità che ha fatto della dignità del lavoro e della bellezza del vivere un modello unico al mondo e che restituisce l’identità profonda di un luogo che continua a inspirare. La proiezione è aperta a cittadini, studiosi e appassionati e sarà l’occasione per riflettere sul valore della memoria, sulla forza del patrimonio industriale e sul futuro di un sito che, pur radicato nella storia, guarda con coraggio alle sfide del presente.
Il film “Crespi d’Adda. Utopie del lavoro” di Alessandro Melazzini sarà presentato alla presenza del regista e dei protagonisti: Walter Mariotti, giornalista, saggista e direttore editoriale della rivista Domus; Alessandra Selmi autrice del romanzo Al di qua del fiume ambientato a Crespi d’Adda ai tempi della famiglia Crespi; l’architetto Mario Claudi che ha vissuto in una “company town” milanese, Antonella Checchi, architetta studiosa del tema e Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda.
Alessandro Melazzini è un documentarista italiano naturalizzato tedesco. Vive tra Monaco di Baviera e Bormio, è nato a Sondrio e si è laureato in economia politica alla Bocconi di Milano e in filosofia ad Heidelberg. Dopo aver lavorato come autore, giornalista e traduttore freelance ha autoprodotto il suo primo film documentario e, nel 2010, fondato la propria casa di produzione: Alpenway Media GmbH. Come regista e/o produttore di documentari collabora con Rai, Ard, Zdf e Arte. I suoi film si caratterizzano per una estrema ecletticità e partecipano regolarmente ai festival internazionali.