Da un anno circa a Cernusco sul Naviglio si allena con la casacca della Pro Sesto Atletica Cernusco una ragazza che ha già fatto parlare tanto di sé. Sì, perché quando corre Giorgia Fascetta non guarda il traguardo: lo immagina, lo sente, lo conquista con ogni passo. Grazie anche alla sua guida Marco Varisco.
L’inizio della malattia e il passaggio all’atletica leggera
Nata nell’estate del 2006, Giorgia ha iniziato precocemente con gli sport: dapprima la pallavolo, poi a causa di una malattia genetica rara la sua vista ha iniziato a peggiorare drasticamente.
“Per qualche anno la mia vista è rimasta stabile ma poi ha iniziato a peggiorare molto e non riuscivo più a vedere la palla in campo né le linee. Ho dovuto, per forza di cose, cambiare sport e così mi sono avvicinata all’atletica paralimpica.”
I primi successi
Inizia, dunque, una bella storia fatta di tanti successi in campo nazionale ed europeo. Giorgia inizia ad allenarsi presso la società Freemoving di Monza e comincia a gareggiare nella categoria T12, categoria nella quale gareggiano atleti ipovedenti con un’acutezza visiva compresa tra 1,50 e 2,60 logMAR. Nonostante questa disabilità i risultati sono subito evidenti: nel 2022 agli Epyg (European Para Youth Games) di Pajulahti, in Finlandia, arriva prima sia nei 100 metri sia nei 400 metri.

Il passaggio alla Pro Sesto Atletica Cernusco
Nell’autunno del 2024 Giorgia passa nella società cernuschese, dove viene affiancata dalla sua nuova guida Marco Varisco che racconta così i primi allenamenti assieme:
All’inizio abbiamo fatto un po’ di fatica perché quando sei guida di un atleta ipovedente devi adattarti al passo e ai movimenti dell’atleta che accompagni. In pratica io e Giorgia corriamo letteralmente con un braccio a testa legato e quindi ho dovuto reimparare, quasi, a correre ma insieme abbiamo già fatto grandi cose.
Entrambi, quest’estate, han preso parte agli EPYG di Istanbul 2025, arrivando secondi nei 400 metri.

Un grande sogno nel cassetto
In tutto ciò Giorgia si è posta un obbiettivo molto importante per la sua crescita professionale: le Paralimpiadi di Los Angeles 2028.
“Voglio dimostrare a tutti quanti che posso superare i limiti della mia disabilità e trasformarli in un punto di forza. E, chissà, magari fare in modo che la mia storia diventi un ispirazione per altri ragazzi o ragazze che, come me, hanno dovuto cambiare sport e abitudini giornaliere a causa della disabilità.”