Fermato grazie ai Carabinieri

Si fingeva una ragazza per adescare minorenni, in manette un allenatore di basket

Tra le vittime anche un giovane di Gorgonzola. L’uomo, 29enne allenatore di basket, si trova ai domiciliari. E’ accusato di violenza sessuale aggravata e pedopornografia

Si fingeva una ragazza per adescare minorenni, in manette un allenatore di basket

C’è anche un giovane di Gorgonzola tra le vittime di un 29enne allenatore di basket del Bresciano che adescava i minorenni. L’uomo si fingeva una ragazza per poter intrattenere conversazioni intime con le vittime, tutti adolescenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni, residenti in vari Comuni della provincia di Brescia e non solo.

Pensavano di chattare con Marta, o Laura

I giovani pensavano chattare con Marta (ma talvolta l’uomo si faceva chiamare anche Laura), loro coetanea, ma dall’altra parte del telefono c’era in realtà l’insospettabile allenatore, classe 1996. Che venerdì scorso è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata, pornografia minorile e sostituzione di persona.

L’adescamento online

Messaggi, fotografie, videochiamate. Sono le modalità attraverso cui la «ragazza» intraprendeva conoscenze con quelli che avrebbero dovuto essere suoi coetanei per poi indurli a a inviare foto o video espliciti.

“Mi manderesti una tua foto? Mi piaci, davvero. Conosciamoci. Rimane tra noi due”. Questo il tenore delle conversazioni del 29enne, mirate a conquistare la fiducia degli adolescenti per farsi inviare contenuti intimi, celando la sua vera identità.

Sono 15 i ragazzi individuati dagli inquirenti finiti vittime del coach, 19 invece le chat acquisite nel corso degli approfondimenti tecnici, ma non si esclude che possano essercene di più.

Uno di loro ha riferito delle strane conversazioni ai genitori che, insospettiti e preoccupati, hanno approfondito la situazione.

Su suggerimento del vicino di casa della famiglia, un carabiniere della Franciacorta, il minore ha proseguito lo scambio di messaggi con la sconosciuta accanto alla madre, fino a sospettare che dietro l’immagine profilo della giovane che gli scriveva, dietro le conversazioni spinte e le insistenti richieste, si celava invece il suo allenatore di basket.

Era stato lui stesso a tradirsi, alludendo a chat di cui il suo allievo, con il coach, non aveva mai parlato.

L’avvio delle indagini

Da qui la segnalazione e l’avvio delle indagini, a partire dagli accertamenti sull’utenza telefonica risultata in uso al 29enne, poi sfociate nel novembre 2024 nel sequestro di due cellulari e altrettanti computer portatili. Il profilo utilizzato era reale, rubato a una ragazza a cui aveva hackerato l’account. Ma tutto il resto solo una grossa e raccapricciante finzione.

Sui dispositivi dell’uomo i Carabinieri hanno trovato anche video che, approfittando del suo ruolo, avrebbe realizzato di nascosto all’interno degli spogliatoi delle palestre, mentre i giovani atleti erano sotto la doccia o intenti a cambiarsi.

C’è anche un gorgonzolese

Tra le vittime c’è anche un giovane gorgonzolese, minorenne all’epoca dei fatti, finito nella rete dell’adescatore. Proprio come con gli altri ragazzi, “Marta” lo aveva contattato tramite i social e da lì aveva intrattenuto una conversazione virtuale a sfondo sessuale.

Il giovane, convinto di interfacciarsi con una coetanea e allettato dall’invio da parte di lei di foto esplicite, replicava con i medesimi contenuti. L’uomo contattava i ragazzi su Instagram o WhatsApp, premurandosi di chiedere la loro età e affermando di essere il parente di un avversario o di averli notati durante una partita di basket.

La trappola dei social

Il pericolo non arriva solo dagli sconosciuti, ma anche dagli insospettabili: figure di fiducia legate al mondo dell’educazione e della formazione dei ragazzi. Perché Internet, finestra sul mondo, connette istantaneamente rimanendo nei confini della propria stanza.

E dietro questa opportunità si celano rischi e pericoli. Soprattutto i minori, spesso inesperti e curiosi, possono diventare facili vittime di comportamenti scorretti o di veri e propri reati online.

Gli inquirenti hanno documentato numerosi episodi avvenuti nel corso del 2024, ricostruiti nelle 15 pagine dell’ordinanza firmata dal sostituto procuratore Flavio Mastrototaro.

Per il 29enne il gip ha disposto gli arresti domiciliari. La misura lo ha raggiunto lo scorso venerdì, eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Chiari: visto il pericolo di reiterazione del reato, all’uomo è stato inoltre vietato di comunicare con l’esterno.

Proseguono, nel frattempo, le indagini per rintracciare eventuali altri minori coinvolti.