Quest’estate pensava di avere ormai appeso le scarpe al chiodo. Invece domenica scorsa, 19 ottobre 2025, era in campo a giocare ancora una partita di calcio. È stato un mix incredibile di emozioni ciò ha vissuto durante la scorsa gara Domenico Zappalà. L’attaccante classe 1986 è tornato a giocare con l’Oratorio Pessano, in Seconda Categoria, dopo più di due anni e mezzo di stop, complice varie complicazioni, tra cui la rottura del crociato.
Un infortunio iniziale ha rischiato di rovinare il ritorno del bomber
Il rientro in campo, per Zappalà, non è stato semplice:
È stata una mattina particolare quella di domenica scorsa. Mi sono alzato un po’ timoroso. Purtroppo, dopo una settimana di preparazione, mi sono dovuto fermare per una piccola lesione al polpaccio che mi aveva molto demoralizzato
Un’emozione indescrivibile
Nonostante l’ansia e la lunga inattività, il bomber ex Pozzuolo è riuscito a tornare a calcare il campo:
Domenica, contro la Buraghese, è arrivato quel benedetto momento. Mi ricordo perfettamente che da quando il mister mi ha chiamato per entrare a quando mi sono avvicinato a lui in panchina, mi è passata tutta la mia carriera davanti – ha raccontato Zappalà – Per me quel momento ha significato la fine di un percorso che mai avrei pensato di riaprire. Alla frase del mister “vai e divertiti” mi sono sentito di nuovo un ragazzino. È stata una frase che mi ha sciolto in quel momento.
Zappalà voleva subito siglare una rete all’esordio
Nonostante sia entrato in campo in una partita difficile, Zappalà era carico:
Ero carico perché la partita era bloccata sul pareggio e volevo incidere per portare la vittoria a casa. Vittoria che per fortuna è arrivata. È stato meraviglioso, rientrare dopo due anni e mezzo in una partita del genere, contro una squadra forte, mi ha dato una carica pazzesca. Non pensavo che ciò potesse emozionarmi così tanto, nonostante abbia fatto diciassette stagioni tra Promozione ed Eccellenza
Il mister fondamentale per convincerlo a tornare
Zappalà, in estate, era convinto di non riprendere a giocare, per via dell’età e gli impegni familiari, ma la differenza l’ha fatta mister Marco Cavalli:
Mi ha cercato da quando mi sono rotto il ginocchio – ha spiegato Zappalà – Il momento di svolta è arrivato quando Marco mi ha chiesto se avessi voluto vivere con il rimpianto di aver avuto l’occasione di tornare in campo e di non averla sfruttata, diciamo che con questa frase mi ha convinto a rimettermi in gioco
Era anche il sogno di suo figlio
Un altro elemento fondamentale per la scelta di tornare ad infilare le scarpe da calcio è stato il figlio:
Mio figlio mi ha sempre espresso il sogno di vedermi ancora giocare – ha concluso l’attaccante – Quando ha saputo di questa chiamata, mi ha messo anche lui alle strette e mi spronava ad allenarmi. Ho fatto tanti sacrifici e sono riuscito in questa impresa, mai mi sarei aspettato di riuscirci di nuovo