Un murale delle donne per le donne. Un regalo che l’Amministrazione di Liscate ha voluto fare a tutta la comunità, abbinando arte e bellezza al senso profondo manifestato da ogni pennellata. Un’opera d’arte non nascosta, ma a pochi passi dal Municipio, nel cuore del paese.
Il murale Prima Vera
E’ stato inaugurato sabato 18 ottobre 2025 il murale Prima Vera. L’opera si espande su una superficie di 120 metri quadrati ed è stato voluto dall’Amministrazione e commissionato a Infinite Officine, uno studio di professionisti di Melzo con un focus sull’innovazione e nuove tecnologie.
Il murale, realizzato da quattro artiste, Giuliana De Vita, Giulia Marchini, Ambra Iori e Margherita Yoko Finardi, con il supporto al progetto di Gioquellove (Giorgio Barbieri), celebra la rinascita, la forza e la connessione tra donna e natura.
Si tratta di un’opera che vuole essere un tributo alle donne, alla loro forza e alla loro essenzialità – commenta il sindaco di Liscate Lorenzo Fucci– quattro le visioni artistiche che si uniscono per creare un’opera unica e totalmente armonica che possa valorizzare la donna sotto ogni profilo.
Si tratta del secondo murale che viene inaugurato nel giro di poco tempo a Liscate. Il primo era stato firmato dal noto street artist milanese Pao, come celebrazione di due giovani liscatesi scomparsi prematuramente.
Questo murale ci invita a uscire dai ruoli. Perché se restiamo dentro i ruoli, non ci sarà mai equità. Nei ruoli si corre, si misura, si rincorre e troppo spesso le donne si trovano a inseguire. – ha aggiunto l’assessore Paola Micci, con delega ai Servizi culturali- Ma se ci riconosciamo come persone, allora non c’è più corsa, non c’è più distanza: c’è solo umanità condivisa. Ed è da lì che nasce la vera uguaglianza. Abbiamo scelto questo luogo perché fosse vicino a tutti, perché chi passa ogni giorno potesse sentirlo come parte del proprio spazio. E perché le bambine e le ragazze, crescendo qui, potessero guardarlo e sentire che anche loro possono essere tutto ciò che desiderano; così come lo possono essere le donne giovani e mature
Un dipinto che è stato fortemente voluto per dare un segnale, come ha spiegato Silvio Caprioli, consigliere alla cittadinanza attiva:
Abbiamo scelto di investire non solo in un’immagine, ma in un messaggio. L’arte pubblica non deve solo abbellire: deve anche interrogare, educare, scuotere.
La descrizione dei soggetti
La figura centrale dell’opera è un soggetto femminile che procede a braccia aperte, circondato da elementi naturali. L’immagine richiama l’archetipo di Madre Natura, una forza selvatica e selvaggia, in stretto legame coi cicli della vita e della creazione, alla quale la donna è intrinsecamente connessa.
Giulia De Vita, 23 anni, è laureanda in pittura all’Accademia di Brera; la sua ricerca si muove tra diversi media, sempre guidata dalla ricerca di nuove e profonde relazioni fra l’essere umano e le forze della natura.
La mia donna emerge con le mani sui fianchi e lo sguardo rivolto al mondo, come radicata e al tempo stesso in cammino. Il suo corpo, solido e luminoso, racconta la libertà di abitare lo spazio senza timore, con la forza calma di chi sa chi è. Il gesto delle braccia diventa segno di coraggio e appartenenza: un invito a restare salde nelle proprie radici e insieme aperte al futuro.
Giulia Marchini, melzese, classe 1992. Visual designer, illustratrice, disegnatrice tessile: comunicare attraverso l’immagine è il suo lavoro. La sua visione creativa abbraccia l’uso dei mixed media, valorizzando il dialogo tra l’analogico e il digitale.
Prendendo ispirazione dalla vita delle nostre campagne, la figura della ragazza seduta a gambe incrociate rappresenta una delle “Guardiane delle terre comuni”. Queste donne avevano il compito di sorvegliare i terreni condivisi dalla comunità, utilizzati per la coltivazione o il pascolo. Non solo custodi della terra, ma anche protettrici della giustizia rurale, le Guardiane sapevano bilanciare le esigenze dell’uomo con quelle della natura, difendendo i terreni da ogni abuso. Rappresentano una protezione discreta, ma potente: una tutela silenziosa che la natura, se ascoltata, insegna senza bisogno di parole.
Ambra Iori, laureata in Pittura presso l’accademia di Belle Arti di Brera, si serve di più tecniche artistiche per riflettere sullo spazio interiore e circostante dell’essere umano, con l’obbiettivo di conoscere il suo ampio potenziale.
Nel murale, l’artista raffigura una donna che danza con due cerchi. Il soggetto rappresenta la dimensione reale, giocosa e dinamica della donna, capace di trasformare lo spazio in movimento e vitalità, riprendendo il contatto col proprio corpo e lo spazio. La figura, energica, è tesa in un gesto di equilibrio e libertà, trasmettendo apertura e leggerezza.
Originaria di Bergamo, Margherita Yoko Finardi attraversa i linguaggi visivi contemporanei lavorando principalmente con illustrazioni, murales e collage digitali. Le sue opere intrecciano la sensibilità figurativa con forza del colore, trasformando esperienze intime e riflessioni sociali in visioni condivise; l’arte per lei è un atto di presenza e relazione con lo spazio urbano.
Gioquellove: Ha iniziato il suo percorso artistico con gli acquerelli, per poi esplorare altri formati, passando al digitale, a supporti più grandi, fino ad occuparsi di progetti di ampio respiro e dedicarmi allo sviluppo di nuove sperimentazioni legate al mondo dell’arte. Senza radici, cerca nuove espansioni: dai paesaggi ai soggetti, dai sogni ai colori. La perfezione viene sacrificata sull’altare dell’espressione. L’estetica contemporanea è plastificata dal freddo: per questo motivo ritaglia spesso tratti insoliti.
Sono molti i modi in cui l’essere umano percepisce il mondo, la maggior parte dei quali nasce dagli occhi. Nutrire questi sensi è il compito dell’artista visivo.
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