Prosegue la visita pastorale dell’arcivescovo Mario Delpini in Martesana. Dopo la tappa di Pioltello, domenica 12 ottobre 2025, è stata la volta di Cernusco sul Naviglio.
L’incontro con le diverse realtà
Come consuetudine sua Eccellenza ha visitato e incontrato le diverse realtà del territorio, non prima però di una visita al cimitero cittadino che ha aperto la giornata.
Sono susseguiti poi i momenti con i ragazzi dell’iniziazione cristiana, la Messa delle 10.30 in Santa Maria Assunta, gli incontri con il Consiglio pastorale parrocchiale e quello degli Affari economici. E poi non è mancato il passaggio alla residenza anziani e all’istituto delle suore “Monsignor Biraghi”.
Il pomeriggio si è concluso prima con il rosario nella chiesa del Divin Pianto, poi con la visita alla residenza per disabili “La parolina” e infine con la messa nella chiesa di San Giuseppe lavoratore.
“Segnali di tristezza”
Alla celebrazione eucaristica del mattino erano presenti anche le autorità civili e militari, con in prima fila la sindaca Paola Colombo in fascia tricolore e il luogotenente Giuseppe Palmeri comandante della stazione cittadina dei Carabinieri. Presenti anche scout, educatori, allenatori, suore, rappresentanti della Caritas parrocchiale, oltre al coro che ha animato la Messa, e tutte le realtà che portano avanti la pastorale diocesana nelle sue articolazioni.
Delpini nella sua omelia, prendendo spunto dal brano evangelico letto durante la funzione, ha toccato un argomento di grande attualità. Anzitutto ha ricordato come sia importante che ciascuno si senta parte ci una realtà più grande, quella diocesana, con cui fare rete e condivisione. Anche una comunità pastorale ricca di risorse umane e sociali come quella di Cernusco non deve prevalere il pensiero dell’autosufficienza.
Sento poi un’abitudine al lamento. Colgo nella realtà di oggi segnali di infelicità che si diffondono come una pandemia. Non si tratta di un dolore causato da quello che accade, ma è un dolore dovuto al fatto che non trova senso.
Sono segnali che emergono quando la fatica pesa ed è percepita come mortificante, perché non se ne vedono le ragiono. E’ una fatica senza speranze.
Magari si colgono segni simili anche in persone care.
Gesù ci insegna attraverso la parabola del coltivatore che trova il tesoro nel campo che vende tutto per acquistarlo. E poi quella del mercante di perle, che trova la più preziosa vende tutto e la compra. E’ l’immagine di chi ha trovato il centro della sua vita, la sua felicità ed è disposto a sostenere della fatica e dei sacrifici per raggiungerla.
Allora quel dolore non è più privo di senso o senza speranza. E l’incontro con Gesù è proprio ciò che dona senso, dona felicità. Possiamo venire anche a tutte le cerimonie che vogliamo, ma se lo si fa per abitudine, perché si fa così, ma non c’è l’incontro con Cristo che dà senso a tutta la vita, allora non sono momenti che danno la felicità.
Delpini ancora in città
Al termine della cerimonia il prevosto, monsignor Luciano Capra ha ricordato che l’arcivescovo sarà di nuovo a Cernusco nei prossimi giorni in due occasioni: il 25 ottobre per la dedicazione al beato don Carlo Gnocchi dell’oratorio Sacer e il 6 novembre per la visita pastorale all’ospedale Fatebenefratelli di via Cavour e all’ospedale Uboldo.
Il ricordo di don Luigi Caldera
C’è poi un altro aspetto che ha caratterizzato la celebrazione di domenica, ovvero il ricordo dell’amato ex parroco don Luigi Caldera, mancato un anno fa. Don Luigi aveva trascorso un lungo periodo in città ed era stato colui che aveva dato origina alla comunità pastorale con l’unione delle tre parrocchia cittadine, prima di essere trasferito a Cesano Boscone. Era anche compagno di Messa e grande amico di Delpini.
La regola ai nonni
Al termine della celebrazione infine Delpini ha rivolto un saluto particolare ai nonni, sottolineando la loro importanza per le famiglie e la comunità. A loro ha donato un messaggio consegnandolo personalmente a uno a uno.
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