Una parte del viaggio della Global Sumud Flotilla è stato vissuto anche da un giovane pioltellese. Il 25enne Marcello Prandini, infatti, ha navigato nelle acque del Mediterraneo per condurre una delle barche verso le tappe dell’itinerario della flotta di sostegni umanitari.
Un pioltellese sulla Global Sumud Flotilla
A raccontare la storia di Marcello è stata la Lista per Pioltello. Non una casualità, visto che il giovane è figlio di due colonne del movimento civico e, proprio come i genitori, ha scelto la strada dell’impegno in prima persona per una battaglia in cui crede. Decisione che lo ha portato a imbarcarsi insieme alla Global Sumud Flotilla, una coalizione do persone “normali”, dottori, artisti, avvocati, ma anche politici e giornalisti, che sono salpati per raggiungere Gaza pacificamente e portare aiuti umanitari alle vittime della guerra in corso tra Israele e Hamas.
Una delle 50 barche che stanno solcando il Mediterraneo verso la destinazione, con annesse polemiche e scontri politici per i rischi che stanno correndo in primis quello di essere intercettati dalle navi israeliane, è stata condotta proprio da Prandini.
Con l'”Otaria” in Sicilia
Un pomeriggio di agosto, quando le avventure estive sembravano ormai alle spalle, è piombato sullo schermo del mio telefono un post con tante barche e bandiere colorate. La flotilla salpava ancora! Ha avuto senso prendere la patente nautica, mi dico, potevo unirmi!
ha raccontato il 25enne nel suo diario dell’esperienza riportato anche sul blog della Lista per Pioltello
Ma ero uno dei tanti, uno a caso, ti pare che posso unirmi e sfidare la violenza internazionale? Possibile arrivare a contatto con una guerra apparentemente così lontana? Di lì a pochi giorni ho scoperto che potevo eccome! Bastano due click e si assaggia la guerra di un oltremare lontano. Questa rete di persone unite da una visione non è un’organizzazione elitaria, né una task force iper-esclusiva, assomiglia più a una banda navale che suona i colori della resistenza civile nonviolenta. Le grandi competenze e l’esperienza vengono condivise all’unisono, in un concerto galleggiante. La ricompensa: umanità!
Dopo aver contattato la Flotilla e aver presentato il suo “curriculum” di navigatore, gli è stata affidata la conduzione di una nave, Così ha raggiunto un porto romano e si è messo alla guida dell’ “Otaria”, l’imbarcazione che ha dovuto condurre sino alla Sicilia.
La mattina al porto c’era fermento, come un formicaio disturbato in pieno giorno che brulica da ogni pertugio. Una riunione logistica e subito lo sferragliare di attrezzi ha ben presto cosparso l’aria di concitazione: Cacciavite! Randa! Issa di qua, tira di là, gente sull’albero: occhio! Fate largo! Fuori i cuscini, dentro le chiavi inglesi! Fuori il superfluo, dentro gli attrezzi! Dov’è il flessibile?
Durante le nottate e i giorni di navigazione non ho mai smesso di stupirmi del supporto che c’era dietro alla nostra piccola impresa. Come mai così tante persone si privano del sonno, mettono in gioco i loro corpi, il loro tempo e i loro soldi per la causa palestinese? Molti non l’hanno nemmeno mai vista la Palestina! Ci dev’essere un trucco, qualche interesse….
Posso solo immaginare quanto tempo e quante energie stia comportando questa operazione. Se moltiplichiamo mentalmente questa nostra settimana per 60 barche e la volontà di centinaia di persone, mi rendo conto che c’è la voglia di cambiare le cose, che c’è empatia per qualcosa di più grande. Per me già una barca era una cosa grande, ma qui si fa il gioco di liberare uno Stato. Il gioco di decine di barche e centinaia di persone che sfidano uno Stato che può fare le sue regole senza regole e il contesto politico internazionale!
Davanti a un popolo dilaniato, le persone si uniscono per esercitare l’umanità, la speranza e la solidarietà di fronte all’ormai conclamato genocidio in corso a Gaza!
GUARDA LA GALLERY (2 foto)