Il MoVimento 5 Stelle della Bassa Bergamasca rivolge un nuovo appello a sindaci, Giunte e Consigli comunali: per il referente pentastellato di Capriate San Gervasio Massimo Bologna è tempo di assumere una posizione chiara sulla crisi in corso a Gaza e sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
“Il silenzio non è più accettabile”
Per Bologna dichiarare la propria posizione non è un gesto simbolico, ma un atto di responsabilità civile. “Il silenzio non è più accettabile”, ha sostenuto il consigliere.
Nel comunicato Bologna ha richiamato quanto sino a ora accaduto nella Striscia:
A Gaza i bombardamenti hanno provocato oltre 62mila morti, tra cui più di 18.400 bambini, e più di 156.000 feriti. Secondo l’Onu, quasi 1,9 milioni di persone su 2,4 milioni sono sfollate, un milione di bambini compresi.
Il 98% dell’acqua non è potabile e le infrastrutture sono distrutte. È una tragedia umanitaria davanti alla quale non possiamo restare indifferenti.
Lo scorso agosto abbiamo presentato ai Comuni della Bassa Bergamasca una proposta affinché si facessero promotori di una richiesta chiara alle istituzioni nazionali e internazionali per il riconoscimento dello Stato di Palestina, come già fatto da quasi 150 Paesi del mondo.
La proposta è stata inviata a 75 Comuni, ma soltanto due hanno risposto.
Cosa dice la proposta
Ecco in sintesi in contenuto della proposta del Movimento 5 stelle in merito alle richieste avanzate ai Comuni:
- Sollecitare il Governo italiano a riconoscere lo Stato di Palestina e sostenerne l’ammissione alle Nazioni Unite.
- Promuovere una tregua permanente e la ricostruzione di Gaza, insieme alla comunità internazionale.
- Impegnarsi localmente con azioni di pace e solidarietà, anche attraverso Consigli comunali aperti e assemblee cittadine.
- Trasmettere le delibere approvate alle istituzioni italiane ed europee.
Ancora Bologna:
Rinnoviamo con forza questo appello: anche un singolo Comune può dare un segnale importante. Ogni gesto di dignità si somma ad altri e può diventare un grido collettivo capace di arrivare lontano.
Il massacro in corso non è solo guerra: è la distruzione di un popolo che ha diritto a vivere libero sulla propria terra. Per questo chiediamo azioni concrete, come la sospensione degli accordi politico-commerciali con Israele, a partire dalla cessione di armi che alimenta la strage.
Papa Leone ricordava che il futuro deve poggiare su tre pilastri: pace, verità e giustizia. Oggi queste parole non sono solo ideali, ma l’unica speranza possibile per il Medio Oriente.
Il futuro non è un destino già scritto: dipende dalle scelte che facciamo oggi. Restare in silenzio significa accettare l’ingiustizia. Anche un piccolo gesto può avere un valore immenso.