E’ stata Sua eccellenza il cardinale Angelo Bagnasco la prima autorità che ha preso parte alla quarta edizione di Melzo Incontra, la rassegna educativo-culturale organizzata dagli oratori di Melzo.
La serata di apertura di Melzo Incontra
Sabato 13 settembre 2025 si è ufficialmente aperta la kermesse di Melzo Incontra, con il benvenuto del presidente Eleonora Forloni e il primo incontro di rilievo di questa quarta edizione: il vescovo emerito di Genova, già presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e della Conferenza episcopale europea, il cardinale Bagnasco. A introdurre l’appuntamento il referente di zona don Marco Bove, che ha sottolineato con piacere come Melzo Incontra sia diventata un punto di riferimento non solo per la comunità cristiana, ma per tutti coloro che stanno cercando spazi di approfondimento e di riflessione.
L’angoscia del futuro
A intervistare Sua Eccellenza proprio i giovani dell’oratorio che, seguendo il filo conduttore di questa quarta edizione intitolata “Oltre l’incertezza, la speranza necessaria per il futuro presente”, hanno chiesto al cardinale cosa rappresenta e cosa significa quel senso di angoscia che molti, specialmente i giovani, sperimentano accostandosi al futuro.
Questa inquietudine, questa angoscia di pensare al futuro tanto da avvelenarsi e perdersi il presente è il contrario di chi invece non pensa al domani, ma vive solo l’attimo senza curarsi del futuro. Quale atteggiamento è peggiore?
ha detto Bagnasco
Oggi molta, troppa gente pensa solo al presente. Tanti guardano al futuro inteso come il lavoro, gli affetti, lo stare bene. Ma non è questo il senso del guardare al futuro, significa avere un’orizzonte di fronte altrimenti il domani è buio e privo di speranza. Quando non si pensa al futuro o lo si fa solo pensando al proprio tornaconto si sperimenta un modo di vivere opprimente. Nella vita ognuno di noi si pone molti obiettivi, ma ci dobbiamo chiedere: qual è la meta? Ci sono tanti fini, ma qual è il fine ultimo? Riflettere su queste domande non può che cambiarci la prospettiva della nostra esistenza.
Quel senso di vuoto dell’anima
Sulla stessa falsariga anche il tema del “vuoto dell’anima”, quella angoscia generazionale che specialmente i ragazzi si trovano ad affrontare molte volte senza averne gli strumenti. Anche per questa riflessione il cardinale Bagnasco è tornato sulle “grandi domande” che ognuno di noi deve porsi.
Porsi le domande e cercare le risposte è l’unica strada per riempire quel vuoto dell’anima per vivere una vita che valga la pena di essere vissuta
e poi un riferimento a chi dovrebbe guidarci, ai politici e agli uomini di potere
E’ necessario avere una visione d’insieme della realtà, basata su valori intrinsechi alla natura dell’uomo, della sua spiritualità. I diritti degli uomini non possono essere decisi dalla maggioranza o da un’autorità, ma devono essere riconosciuti per quello che sono. A fronte di una società che non si pone più domande, noi cristiani dobbiamo essere dissidenti. Diventare antagonisti non sta nell’urlare, ma nel costruire, nel propagare la verità e non degli slogan attraverso le parole della Fede, ma anche della ragione.
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