Una provocazione che sicuramente farà discutere. L’ultima puntata della campagna di sensibilizzazione contro l’abbandono dei rifiuti di Cem Ambiente non ha bisogno di troppe spiegazioni: emblematica la scelta di ritrarre gli escrementi di cane come se fossero un gelato alquanto sgradito.
La campagna contro i rifiuti
Contrastare l’abbandono indiscriminato dei rifiuti e promuovere comportamenti civili e responsabili. Questo l’obiettivo della campagna #Rifiutalabbandono, ideata da Cem Ambiente in collaborazione con i 76 Comuni soci che dai prossimi giorni torna nelle strade del territorio. Dopo il forte messaggio visivo della prima uscita – una pizza “contaminata” da rifiuti, simbolo dell’inciviltà di chi abbandona rifiuti a cielo aperto – e il risotto della seconda uscita, con un risotto condito con i mozziconi di sigaretta gettati a terra, è la volta di un tema ancora più shock: il contrasto ai “bisognini” non raccolti di Fido.
Stop ai bisognini in mezzo alle strade
Anche questa terza uscita gioca sul contrasto tra cibo e rifiuti. L’immagine scelta mostra un bel gelato al cioccolato, “specialità dei padroni maleducati” rimproverati con lo slogan:
“L’abbandono per strada è una ricetta difficile da digerire”. Un messaggio ancora più provocatorio e diretto, sempre con l’obiettivo di far riflettere e scardinare comportamenti dannosi spesso considerati “innocui”, ma che hanno un impatto reale sull’ambiente e sul decoro urbano.
“L’abbandono delle deiezioni canine – spiega Alberto Fulgione, presidente di Cem Ambiente – è un gesto che molti considerano banale, ma che ha effetti molto concreti: degrado, cattivi odori, rischi igienico-sanitari e un diffuso senso di inciviltà. Per questo abbiamo scelto, su richiesta anche dei nostri Comuni soci, di dedicare la terza fase della campagna a questo tema, continuando a usare la metafora del cibo: nessuno vorrebbe trovarsi davanti un gelato così. Il nostro obiettivo resta lo stesso: provocare una reazione, stimolare un cambiamento culturale e imprimere immagini che restino nella memoria.”