Condizioni meteo proibitive

Sospese le operazioni per il recupero della salma dell’alpinista melzese Luca Sinigaglia morto in Kirghizistan

Ridotte a zero le speranze di trovare in vita la collega russa Natalia Nagovitsyna, bloccata a quota 7mila metri

Sospese le operazioni per il recupero della salma dell’alpinista melzese Luca Sinigaglia morto in  Kirghizistan
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Sono state sospese ieri, sabato 23 agosto, le operazioni per il recupero della salma dell’alpinista melzese Luca Sinigaglia e per cercare di salvare l’alpinista russa Natalia Nagovitsyna, anche se, dopo dieci giorni trascorsi a 7mila metri sul Pik Pobeda in Kirghizistan, le speranze di ritrovarla in vita sono praticamente nulle.

Nessuna speranza per Natalia

Il portavoce del ministero delle Emergenze kirghiso, Adil Chargynov, ha spiegato che “tutti gli alpinisti e tutti gli esperti concordano sul fatto che purtroppo Natalia Nagovitsyna non sia più viva”. Le avverse condizioni meteorologiche hanno determinato la sospensione delle operazioni di recupero, considerati i forti venti e una tempesta di neve, oltre a una temperatura notturna che scende fino a -30°.

Eroico tentativo

Luca Sinigaglia, 50 anni, a metà agosto era stato stroncato da un edema proprio mentre cercava di soccorrere Natalia, rimasta bloccata a 7.000 metri di quota con una gamba rotta in seguito a una caduta. I russi sottolineano che potrebbe essere necessario attendere addirittura l’estate del 2026 per raggiungere la posizione di Nagovitsyna. Secondo la Tass, i soccorritori, che erano saliti a un’altitudine di 6.100 metri, sono già dovuti rientrare. Il gruppo sarebbe stato trasportato in elicottero alla base meridionale di Engilchek da un’altitudine di 4.050 metri.

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