La storia

Luca Sinigaglia eroe melzese: dopo il recupero il suo corpo tornerà a casa

Stava scendendo dopo aver raggiunto la cima del Pik Pobeda (7.439m) quando ha saputo dell'amica in difficoltà. Non ha esitato a risalire per prestare soccorso

Luca Sinigaglia eroe melzese: dopo il recupero il suo corpo tornerà a casa
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La sua storia ha fatto il giro d'Italia, se non del mondo. Il 50enne Luca Sinigaglia è un eroe nazionale, che non ha esitato a mettere a rischio la sua vita per salvare una collega e amica in difficoltà. Orgoglio italiano, orgoglio di Melzo, città in cui è nato e cresciuto e in cui vive la sua famiglia.

Morto per salvare un'amica

Luca era una alpinista esperto che si era preparato per mesi per scalare il Pik Pobeda, uno dei 7.000 metri dell'ex Unione sovietica, in Kirghizistan, che ancora gli rimaneva da conquistare. Una spedizione che aveva affrontato con altri tre alpinisti: il collega tedesco Gunther e due russi, tra cui proprio Natalia Nagovitsyna, la donna rimasta bloccata a 7mila metri con una gamba rotta. Giunti a una certa altezza, avevano deciso di completare la salita a coppie e il melzese aveva raggiunto la cima insieme al tedesco. Durante la discesa hanno incontrato l'altro alpinista russo, Roman, anche lui in calata, che ha spiegato loro che Natalia era rimasta bloccata a 7.200 metri con una gamba rotta dopo una caduta.

Luca non ha esitato e ha deciso di risalire verso la cima con il collega tedesco per portare soccorso all'amica: un fornello a gas, una bombola d'ossigeno. Un gesto eroico che però gli è costato la vita: sono stati bloccati dal maltempo, con forti raffiche di vento e neve e la temperatura sempre più bassa. E' stato colto, con ogni probabilità, da un edema cerebrale da alta quota, aggravato dall'ipotermia e congelamento, e ha perso la vita.

Il tentativo di recuperare la salma

Da Melzo il padre, Giuseppe, 86 anni, la sorella Patrizia  e il fratello Fabio  sono in costante contatto con l'ambasciata italiana in Kirghizistan e con la Farnesina. Si sta lavorando al difficile tentativo di recuperare la salma, bloccata in una grotta a 6.900 metri di altezza, per portarla a terra. Una squadra di esperti soccorritori è partita dall'Italia per aiutare le autorità locali. Una volta che il corpo sarà recuperato partiranno le pratiche per riportarlo in Italia e a casa sua, a Melzo, dove la famiglia vive e ha messo radici.

In tanti in città si sono stretti intorno ai parenti in questo momento di profondo dolore. Un sentimento che in parte viene lenito dall'orgoglio per il gesto che Luca ha compiuto, un gesto di generosità, altruismo e vera amicizia che non è scontato. Tranne per chi conosceva Sinigaglia:

Luca era così. Ho sentito i suoi amici della montagna, quelli con cui condivideva le scalate, anche le più difficili. Mi hanno detto tutti che Luca non avrebbe mai lasciato nessuno indietro. Siamo molto orgogliosi per il gesto che ha compiuto ed è stato emozionante vedere così tante persone, anche chi non conosceva Luca, sottolineare quello che ha compiuto.

ha commentato la sorella Patrizia. Una volta che la salma farà rientro in Italia si potrà pensare al funerale, che verrà officiato a Melzo, la città natale di un ragazzo semplice, solare, generoso, un eroe italiano.

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