Indagini

Chiuse le indagini sugli "spioni" dei Vip: c'è anche un vimodronese

C’è anche un vimodronese 56enne, dipendente di Equalize, tra i destinatari dell’avviso di conclusione

Chiuse le indagini sugli "spioni" dei Vip: c'è anche un vimodronese
Pubblicato:
Aggiornato:

Di Fabio Ralli

Un archivio informatico con una mole incredibile di file "rubati" (ben 800mila), carpita in maniera illegale accedendo alle banche dati dei ministeri, dell’Agenzia delle entrate e anche del Sistema sanitario nazionale, infrangendo la privacy pure nell’aspetto più delicato e da tutelare, quello della salute. Il tutto per profitto.
Gli inquirenti pensano che l’attività abbia fruttato almeno 3 milioni di euro, pagati da coloro che avevano commissionato i dossier: istituti di credito, colossi industriali e studi legali, ma anche il Vaticano e il Mossad, secondo quanto trapelato.

Inchiesta sul dossieraggio, coinvolto un vimodronese

C’è anche il vimodronese Daniele Sirtori, 56 anni, tra tra i 15 destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nell’ambito della maxi inchiesta sul dossieraggo condotta dalla Procura e dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, che vede al centro la società Equalize di proprietà al 95% di Enrico Pazzali (ex presidente della Fondazione Fiera Milano, per il quale nei giorni scorsi il Riesame ha respinto la richiesta di arresti domiciliari formulata dal gip) e del "super poliziotto" della Squadra mobile in pensione Carmine Gallo, morto per un infarto nel novembre 2024.

La posizione di Sirtori

Sirtori, dipendente di Equalize, è stato definito dagli inquirenti l’"amministrativo": aveva il compito di «far muovere la “macchina burocratica” del sodalizio», redigendo i dossier e gestendo materialmente le pratiche commissionate alla società di via Pattari 6. "Si occupava anche dei profili contabili, con la piena consapevolezza di contribuire a “tenere in piedi” e alimentare l’organizzazione", ha messo nero su bianco il gip.

Il 56enne lavorava a stretto contatto con alcuni membri "infedeli" delle Forze dell’ordine: un maresciallo della Guardia di finanza, assegnato alla Sezione operativa della Dia di Lecce, e un sovrintendente del Commissariato di Polizia di Rho-Pero, coloro che materialmente entravano nelle banche dati (come lo Sdi del ministero dell’Interno) per estrapolare informazioni poi inviate ai "sodali" in modalità criptata. Naturalmente dietro compenso.

Intercettazioni illegali a richiesta

Equalize, però, e con essa lo stesso Sirtori, era specializzata anche in intercettazioni illegali, tramite l’utilizzo di software che penetravano nei dispositivi utilizzati dalle vittime senza che quest’ultime si accorgessero di nulla.

Nell’avviso di conclusione delle indagini si legge che il gruppo di Equalize "agiva per finalità di profitto" per la "commercializzazione delle informazioni illecitamente acquisite, oppure a scopo estorsivo e ricattatorio, per condizionare e influenzare all'occorrenza soprattutto i settori della politica e dell'imprenditoria".

Tra i committenti dei dossier c’è anche Leonardo Maria Del Vecchio, il figlio del fondatore di Luxottica. L’imprenditore, indagato con altri in un filone parallelo a quello dei 15, avrebbe fatto spiare i fratelli e la ex fidanzata. Nelle imputazioni, che ora dovrebbero portare anche alla richiesta di rinvio a giudizio, si evidenzia come Pazzali fosse chiamato "il Capo", impegnandosi a procacciare clienti per Equalize e quindi "pienamente consapevole che una delle principali fonti informative utilizzate per il dossieraggio ritenuto illegale era lo Sdi".

Tra le decine di persone che avrebbero subito le presunte attività di spionaggio figurano tanti nomi, come il presidente di Cassa Depositi e Prestiti Giovanni Gorno Tempini, Giuseppe Biesuz, ex Ad di Trenord, e il banchiere Roberto Mazzotta. Tra gli indagati, che non figurano però in questo atto di chiusura indagini, ci sono, tra gli altri, quattro manager del Gruppo Erg e il responsabile della sicurezza della Barilla.

Dalle carte e soprattutto dalle intercettazioni erano venuti fuori anche altri possibili obiettivi, come Matteo Renzi, Matteo Salvini e Daniela Santanchè. Non ci sono, però, imputazioni che li riguardano come persone offese nell'atto dei pm. In una memoria difensiva Pazzali aveva chiarito di non aver mai chiesto alcun report su Renzi, Santanchè e Salvini. Queste ricerche erano solo dimostrative, aveva chiarito, per «verificare il funzionamento e l'efficienza del software», la piattaforma Beyond, aggregatore di dati. Per i pm, invece, Beyond, creata da uno degli indagati responsabile dell'articolazione informatica di Equalize, sarebbe servita a mimetizzare e camuffare i dati illecitamente estrapolati dalle banche dati. Informazioni, poi, vendute alla clientela o usate per altri scopi illeciti.

La nota dei legali di Del Vecchio

Pubblichiamo la nota inviata alla redazione dai legali di Leonardo Maria Del Vecchio:

“In relazione alla chiusura dell'inchiesta legata ai dossieraggi operati dalla società Equalize, si precisa che il dott. Leonardo Maria Del Vecchio non è tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Nessuna notifica è stata espletata nei confronti di Leonardo Maria Del Vecchio né nei confronti del proprio difensore di fiducia, avv. Maria Emanuela Mascalchi in quanto la sua posizione e’ stata stralciata. Leonardo Maria Del Vecchio, inoltre, come già precisato, non ha mai commissionato nessuna attività ad Equalize, né a referenti di società collegate, ma ha avuto rapporti sulla base di un contratto per attività lecite solamente con la Neis Agency di Vincenzo De Marzio.”

Podcast Adda Martesana: Storie di successo