Petizione contro nove palazzine in un campo coltivato, ha firmato anche Luca Mercalli
Il noto meteorologo ha sottoscritto la posizione dell'associazione Cernusco bene Comune su un piano attuativo

La petizione online promossa da Bene Comune Cernusco per chiedere all'Amministrazione di fare un passo indietro rispetto al piano attuativo, che prevede la costruzione di nove palazzine sui campi agricoli adiacenti a via Cevedale, ha fatto rapidamente il giro del web espandendosi a macchia d’olio anche oltre i confini comunali.
Tra i firmatari che hanno aderito all'iniziativa, risultano anche alcune firme autorevoli, tra cui quella del noto climatologo Luca Mercalli.
Questioni locali su scala globale
Il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, noto al pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva "Che tempo che fa" ha scelto di prendere posizione su una questione locale che si configura in uno scenario italiano molto più ampio:
Aderisco sempre volentieri a queste petizioni perché sono questioni che si trovano ovunque in Italia, ci sono continue proposte di cementificare terreno agricolo prezioso trasformandolo in zone residenziali o in capannoni industriali. Siccome lavoro nel campo anche della protezione del suolo e sono stato consigliere scientifico in Ispra (Istituto superiore protezione e ricerca ambientale), quando mi segnalano queste scelte scellerate da parte delle Amministrazioni comunali, cerco sempre di sensibilizzare sull'importanza di rispettare il suolo perché non è infinito, ce n'è una quantità limitata e quando è finito basta, non è che se ne può inventare dell'altro.
Perché non bisogna costruire su un terreno agricolo
Il climatologo ha continuato spiegando l’importanza di non costruire su un terreno agricolo e ha sottolineato l’ottima qualità del terreno in Lombardia:
Secondo l’Ispra si vede purtroppo che il consumo di suolo non si arresta. Una piaga terrificante per il paese, che peggiora i cambiamenti climatici, aumenta la vulnerabilità alle alluvioni e costituisce un danno irreversibile anche per generazioni future, perché un suolo cementificato non si può più far tornare alle sue precedenti funzioni.
E’ perso per sempre alla scala dei tempi umani. E i suoli della Pianura padana sono ad altissima qualità agronomica, quindi i suoli migliori per produrre da mangiare, non per metterci sopra del cemento. Ce ne abbiamo già messo tanto: è la zona più cementificata d’Italia.
In questo caso poi svolge anche una funzione di laminazione: tutta la pioggia che ristagna in un terreno agricolo è acqua che non invade le zone abitate.
Se invece si costruisce, oltre a dover magari mettere le pompe nelle cantine e consumare così energia per tenerle asciutte, le zone cementificate diventano impermeabili e l’acqua va da un’altra parte, aggiungendosi alle varie alluvioni che ormai sempre più frequentemente vediamo nelle nostre città.
Bisognerebbe iniziare a fermarsi e non cedere sempre all'appetito degli oneri di urbanizzazione o a quelli delle società private.
L'appello alle istituzioni
Luca Mercalli ha concluso con un appello all'amministrazione cernuschese:
Quando si cementifica un suolo si commette un crimine contro l’umanità e quindi chi lo agevola si rende responsabile di una perdita grave e irreversibile per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Spero che l’Amministrazione ci ripensi per non lasciare ai posteri il marchio di una trasformazione irreversibile e dannosa. Di case ne abbiamo già abbastanza. Negli anni 50 era giusto farle perché si usciva da una guerra e la gente viveva come nel Medioevo. Nel 2025 di edifici ormai ne abbiamo già troppi.