In prima linea in Palestina per i bambini vittime della guerra
La Onlus di Melzo Aleimar è impegnata in progetti a Betlemme, nel cuore del conflitto. Il racconto delle difficoltà che vivono gli operatori e, in particolare, i bambini

Le immagini che si vedono alla televisione, su Internet e sui social della guerra in Palestina ritraggono l’orrore, la paura e la tragedia che vivono in particolare i civili. Ma le testimonianze dirette descrivono con ancor maggiore oggettività la situazione emergenziale che la guerra tra Israele e Hamas ha comportato a Gaza e non solo. Lo sanno bene in Aleimar che da anni è impegnata in progetti a sostegno dei bambini in Cisgiordania, a Betlemme.
L'impegno di Aleimar in Palestina


Un luogo che, pur non essendo epicentro del conflitto, sta vivendo in pieno il dramma della guerra con gli operatori dell’associazione che fanno sempre più fatica a rispondere ai bisogni crescenti delle famiglie assistite.
Betlemme, città simbolo della pace e della convivenza, è oggi una città ferita, in ginocchio di fronte a una crisi che colpisce soprattutto i più vulnerabili: i bambini - hanno raccontato dal Direttivo di Aleimar - Dall’inizio del 2025 le operazioni militari hanno provocato la distruzione di case e infrastrutture, lo sfollamento di oltre 40mila persone, una serie di attacchi con espropri e devastazioni. L’accesso all’acqua e all’elettricità è stato compromesso, le persone vivono sotto costante minaccia e in condizioni di vita ormai intollerabili.
La situazione a Betlemme



A Betlemme, città che viveva principalmente di turismo, tutto si è paralizzato: le scuole sono spesso irraggiungibili, i negozi chiusi, i risparmi delle famiglie esauriti. E i bambini crescono in un clima di paura, precarietà e privazioni. Sono gli stessi operatori a raccontare il dramma che vivono specialmente i più piccoli:
Non sappiamo cosa succederà domani - ha raccontato una di loro - Sappiamo che potremmo anche morire. Abbiamo paura per i nostri bimbi». «Ieri una pattuglia israeliana ha colpito l’auto delle mamma di Wissam e Tala - ha raccontato un’altra - Tala ha riportato contusioni lievi, ma entrambi sono terrorizzati.
Nonostante le difficoltà e il clima di incertezza, Aleimar non ha mai fatto mancare il suo sostegno, con pacchi alimentari per le famiglie, il pagamento delle rette e dei materiali scolastici, trasporti sicuri e soprattutto il supporto psicologico per bambini e ragazzi segnati dalla guerra.
Il sostegno diretto a bambini e famiglie
A Betlemme i bambini hanno smesso di sognare - ha raccontato la direttrice di Aleimar Ilaria Ventura - Disegnavano case, alberi, arcobaleni. Volevano diventare medici, maestre, cuochi, calciatori. Le scuole erano piene, i genitori lavoravano, c’era fatica, ma anche speranza. Poi, dal 2023, tutto è cambiato. Da quando il conflitto si è riacceso con una violenza così brutale, Betlemme è diventata una città assediata, ferita, impoverita. I bambini non disegnano più. O, se lo fanno, nei loro fogli ci sono carri armati, soldati, muri. Parlano di paura con la naturalezza con cui dovrebbero parlare di giochi. I nostri operatori hanno visto famiglie distrutte non solo nella casa o nel lavoro, ma nell’anima. Eppure, in mezzo a questo buio, c’è chi resiste. Noi di Aleimar siamo lì, ogni giorno. Portiamo cibo, scuolabus che attraversano le zone controllate, psicologi che accolgono lacrime e silenzi. Ogni volta che un bambino torna in classe, ogni volta che una mamma riesce a sorridere, capiamo che non possiamo fermarci. In questo scenario devastante, ribadiamo con forza il nostro impegno per la pace, opponendoci a ogni forma di violenza, guerra e sterminio dei popoli. Crediamo nel rispetto della dignità umana, nella tutela dei diritti fondamentali di ogni persona, senza distinzioni.
Per contribuire ai progetti che Aleimar sta portando avanti basta collegarsi sul sito www.aleimar.it.


