incredibile ma vero

Patente falsa, ma sa guidare: nessuna condanna

Per il giudice hanno prevalso la tenuità del fatto e l’assenza di precedenti

Patente falsa, ma sa guidare: nessuna condanna
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Denunciato per la patente falsa, viene assolto perché sa guidare. Sembra una notizia inventata, invece è successo veramente.

Non viene condannato per tenuità del fatto

Un residente a Gessate era stato fermato dalla Polizia Locale di Cassano d'Adda, che aveva appurato come il documento in suo possesso fosse contraffatto. Anche se la patente era falsa, l’uomo sapeva guidare e non aveva precedenti, così non è stato condannato nonostante circolare con un documento contraffatto sia un reato.

La sentenza è del 30 gennaio 2025, ma è passata in giudicato il 16 giugno ed è arrivata mercoledì in Comune, suscitando lo sdegno del sindaco Fabio Colombo:

Mi chiedo se è così che funziona la Giustizia italiana. Un uomo fermato con patente falsa non viene condannato per tenuità del fatto. Mi domando se avesse investito una persona, un bambino, anche questa sarebbe stata tenuità? Ovviamente rispettiamo quanto ha stabilito il giudice, ma esprimo le mie rimostranze. Avremmo preferito che il pm, l’unico che poteva farlo, si opponesse a questa sentenza, ma così non è stato

ha commentato il primo cittadino.

Il gessatese finora non ha neanche pagato la multa di oltre 5mila euro né altre che sono a suo carico per infrazioni al Codice della strada.

Sulla sentenza che vedeva imputato un 33enne di Gessate di origine colombiana vengono riportati i fatti: l’uomo aveva contraffatto, applicando la sua foto, la patente a lui intestata, apparentemente rilasciata dalla Motorizzazione civile di Napoli il 15 ottobre 2020 con scadenza dopo dieci anni e l’aveva usata per comunicare la decurtazione dei punti a seguito di un’infrazione stradale. Aveva poi presentato il documento di guida alla Polizia, che ne aveva appurato la falsità e scoperto che il gessatese non aveva mai conseguito la patente.

La decisione si è basata sull’articolo 131 bis del Codice penale, per il quale il pubblico ministero chiedeva un parere contrario al giudice (mentre ovviamente il difensore confidava in quello a favore). Quest’articolo disciplina la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Ciò significa che, in presenza di determinate condizioni, un reato, pur sussistendo, non comporta una pena se l'offesa, valutata in base alle modalità della condotta e all'esiguità del danno o del pericolo, è di entità minima e se il comportamento non è abituale.

Il giudice ha un ampio margine di valutazione per applicare o meno questo articolo, motivo per cui la discussione è ampia in ambito giuridico.

Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta dell'Adda in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 28 giugno 2025.

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