L'intitolazione di una via a Sergio Ramelli si fa strada
A Fara Gera d'Adda il gruppo di Fratelli d'Italia ha depositato le firme che ha raccolto per ricordare il giovane studente ucciso 50 anni fa

Una via per Sergio Ramelli? Protocollata la petizione della sezione di Fratelli d’Italia di Fara Gera d'Adda, che replica agli attacchi dell’Anpi contro la proposta avanzata a fine aprile. "Su Ramelli la memoria divide solo chi rifiuta la verità", come raccontano i colleghi di Prima Treviglio.it.
"Ricordare Ramelli è un atto di giustizia"
A intervenire nuovamente sulla questione, che tanto ha già fatto dibattere nelle scorse settimane, sono stati il referente del circolo farese di Fratelli d’Italia Samuele Lo Faro e il consigliere regionale di partito Pietro Macconi.
Dispiace constatare che, ancora una volta, una parte politica abbia preferito ridurre una proposta civile, concreta e misurata a mera “partigianeria politica.
Scegliendo di non comprenderne né la storia né il fine, perdendo così l’occasione di aprirsi a una memoria vera, completa e condivisa. Ancor più grave è averlo fatto con attacchi scontati, approssimativi e non veritieri.
Noi abbiamo scelto l’impegno concreto di scendere in piazza, tra i concittadini di Fara e Badalasco che ci hanno dato sostegno, facendosi anche taluni a loro volta promotori dell’iniziativa, e per questo va a loro il nostro più sentito ringraziamento.
In sole tre ore di gazebo, infatti, la petizione per l’intitolazione di una via a Sergio Ramelli ha superato il numero necessario di firme. Un risultato straordinario, con buona pace di chi l’aveva definita “marginale”, che testimonia una sensibilità diffusa e conferma il radicamento di Fratelli d’Italia nel nostro Comune
Ramelli colpevole di aver scritto un tema, ricordarlo è un atto di giustizia
"Era solo uno studente che ha scritto un tema"
Parole sottoscritte dal consigliere Macconi, che ha aggiunto:
Sergio Ramelli era solo uno studente, colpevole di aver scritto un tema. Un pensiero che l’intolleranza più cieca ha trasformato in condanna. Ricordarlo non è divisivo: è un atto di giustizia, perché la storia non può essere selettiva.
Come ha detto il Presidente del Senato Ignazio La Russa, “dedicare una via a chi è morto per le proprie idee – anche a sinistra – non è un gesto di parte, ma un atto di riconciliazione nazionale”.
È un gesto che dovrebbe partire proprio da chi, oggi, si è affrettato a giudicare, invece che comprendere.
L'attacco all'Associazione partigiani
Quindi l'attacco all'Anpi:
Denunciano manifestazioni apologetiche alzando il pugno chiuso in aria
Infine, le considerazioni conclusive di Lo Faro, intervenuto anche in merito alle polemiche sul 25 aprile in paese. Così Lo Faro:
È un peccato che non si sia nemmeno tentato di comprendere il senso profondo della proposta, preferendo strumentalizzarla con argomenti deboli e repliche prevedibili. Come se bastasse dire “fascismo” per oscurare ogni altra forma di violenza.
E vedere chi denuncia “manifestazioni apologetiche” alzare ancora il pugno chiuso in aria, fa riflettere – ha dichiarato – Sul 25 aprile una riflessione è necessaria: “libertà di espressione” non significa impugnare un microfono e improvvisare un comizio politico pieno di illazioni infondate. La resistenza, oggi più che mai, dovrebbe riguardare proprio quella retorica scomposta che umilia lo spirito della ricorrenza stessa. Così come la memoria condivisa, che non può essere selettiva o a corrente alternata.
Intanto, la petizione promossa dal circolo è stata protocollata: al Consiglio comunale, ora, il compito di discuterne e votarne l’approvazione o il respingimento in una delle prossime sedute.
Il caso di Cassano d'Adda
Simili polemiche sono state sollevate anche a Cassano d'Adda dove la Giunta ha intitolato a Ramelli il giardino della biblioteca comunale di via Dante.
Qui il 12 aprile 2025 si è tenuto un flash mob di protesta.
I manifestanti, una cinquantina, si sono trovati nel parco di via Dante esattamente 24 ore prima della sua intitolazione contestata. Hanno letto a turno un elenco lungo 35 pagine di nomi e fatti che hanno caratterizzato gli Anni di piombo in Italia dal 1969 al 1985, a partire dalla strage di piazza Fontana a Milano.
Hanno chiesto di dedicare il giardino non solo a Ramelli, ma a tutte le vittime dell'odio politico, sostenendo che scegliere solamente il giovane studente aderente al Fronte della gioventù apparirebbe come una mossa per "sdoganare" un'ideologia che l'Italia repubblicana ha invece scelto di rinnegare.