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Gruppo Fratelli Beretta, un libro celebra i 213 anni

È stato intitolato «Little History of Fratelli Beretta» e ripercorre le tappe più significative attraverso le parole del presidente Vittore Beretta, ispirato da Matteo Marani

Gruppo Fratelli Beretta, un libro celebra i 213 anni
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Il 5 maggio 1812 nasceva a Barzanò, come semplice negozio di salumeria, il Gruppo Fratelli Beretta. Esattamente 213 anni dopo, per celebrare l’importante traguardo raggiunto, la storica realtà produttiva italiana ha scelto di presentare la pubblicazione «Little History of Fratelli Beretta». Il volume, lanciato con una speciale serata svoltasi lo scorso lunedì a Milano, al Rooftop Rinascente, ripercorre le tappe più significative di questa lunghissima avventura e lo fa attraverso le parole di Vittore Beretta, attuale presidente del Gruppo.

Gruppo Fratelli Beretta, un libro celebra i 213 anni

Ad ispirare il progetto è stato Matteo Marani, presidente della Lega Pro, giornalista, legato da una passione condivisa con la famiglia Beretta: lo sport. Il volume nasce da un intenso dialogo tra Marani e Vittore Beretta, che ha dato vita a un racconto autentico e ricco di aneddoti, capace di restituire lo spirito e i valori di un’impresa familiare che ha oltre due secoli di storia. Il passaggio di testimone di padre in figlio – oggi giunto alla decima generazione – racconta di una passione radicata nel tempo. In oltre 200 anni, Beretta è cresciuta da realtà artigianale a gruppo industriale di riferimento nella salumeria italiana e internazionale, rimanendo fedele ai propri valori fondanti come la dedizione al lavoro, l’attenzione alla qualità e il profondo legame con il territorio.

«Little History of Fratelli Beretta»

Protagonisti della serata di presentazione di «Little History of Fratelli Beretta» sono stati appunto Vittore Beretta e Matteo Marani. Dopo una clip introduttiva sul «family brand» della salumeria italiana è iniziato uno scambio di battute fra i due: «Sono sempre stato affascinato dalla parte storica delle aziende, perché rappresentano un pezzo del nostro paese e qui si va indietro di oltre due secoli, quando in Russia c’era Napoleone - ha esordito il numero uno della Lega Pro - quest’opera ha visto più mani al suo interno e non è solo la storia di un imprenditore o di un’azienda, ma di una realtà che ha scritto una parte importante dell’economia, e non solo, del nostro Paese».

Una crescita straordinaria

Negli ultimi sessant’anni il Gruppo Beretta è stato poi protagonista di una crescita straordinaria: «Siamo alla nona generazione in azienda e la decima è già pronta, mentre io rappresento la sesta - ha spiegato Vittore Beretta - penso che sia sempre fondamentale ricordare l’esempio di chi ci ha preceduto. A casa nostra il Vangelo era lavorare, aver voglia di fare, guardando con fiducia al futuro. Ed è ciò che ho trasmesso e trasmetto ai miei figli, ai nipoti e ai pronipoti». Menzione speciale per Barzanò, dove tutto è nato: «Nel dopo guerra questo territorio è stato un luogo particolare, dove si è sviluppata una grande cultura del lavoro che ha permesso la ricostruzione dell’Italia e in seguito la grande crescita - ha affermato Marani - nel 1945 l’azienda Beretta aveva 35 dipendenti, ora ne hanno oltre 3.400, con 1.555 milioni di euro di fatturato!».

«Nati e cresciuti a Barzanò»

Continua Vittore Beretta: «Siamo nati e cresciuti a Barzanò, la nostra prima fabbrica è nata in piazza ed è tuttora funzionante, da lì ci siamo espansi in giro per l’Italia e il mondo». E quali sono i segreti di un successo così splendente? «La squadra è essenziale, se non ci sono concordia e volontà di andare avanti da parte di tutti con la stessa velocità, allora iniziano le difficoltà - ha detto Vittore - e poi c’è il calcio, una mia grande passione mia allo stesso tempo il più grande veicolo di notorietà che c’è in Italia e nel mondo. Lo considero un amore, così come un buon interesse che ha fruttato parecchio».

Il legame col Torino Calcio

Tutti gli appassionati di questo sport sanno che il Gruppo Beretta è legato al Torino Calcio, di conseguenza c’è stato spazio per un aneddoto che ha fatto commuovere il presidente della storica società: «Il 4 maggio 1949, giorno della tragedia di Superga, ero un bambino e vidi mia sorella e mio papà che piangevano sulla radio. Era la fine del Grande Torino, un anniversario che ogni anno non manco di celebrare».

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