Taglio del nastro

Ignazio La Russa all'inaugurazione dello slargo dedicato a Ramelli e Pedenovi

Presente anche il presidente del Senato alla cerimonia tenutasi questa mattina, lunedì 28 aprile 2025, a Sesto San Giovanni

Ignazio La Russa all'inaugurazione dello slargo dedicato a Ramelli e Pedenovi
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"Un gesto concreto di memoria e riconciliazione nazionale". Con queste parole il circolo di Sesto San Giovanni di Fratelli d'Italia ha accompagnato l'inaugurazione di uno slargo a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, uccisi rispettivamente nel 1975 e nel 1976 da gruppi della sinistra extraparlamentare.

Inaugurato lo slargo dedicato a Ramelli e Pedenovi

Alla cerimonia dedicata al militante del Fronte della gioventù (assassinato esattamente 50 anni fa) e all'avvocato e consigliere provinciale del Movimento sociale italiano era presente anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, oltre (tra gli altri) al senatore Isabella Rauti e all'onorevole Marco Osnato.

La cerimonia alla presenza anche di Ignazio La Russa

A indossare la fascia tricolore è stato l'assessore all'Urbanistica Antonio Lamiranda, che oltre a essere uno storico esponente locale di FdI ha anche la delega alla Toponomastica. Il taglio del nastro, per il partito di maggioranza, trasforma Sesto in "un presidio di riconciliazione contro l'odio politico che nel 1975 e 1976 portò alla morte di Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, a Milano".

"Il nostro è un gesto di riconciliazione"

"Alle parole concilianti di La Russa e Lamiranda, purtroppo, fa da contraltare la sinistra sestese, che non riesce a superare vecchi steccati ideologici - ha aggiunto il coordinatore sestese 'Il Tricolore' di Fratelli d'Italia Michele Russo - Potevano fare un passo in avanti condannando le barbare esecuzioni di Ramelli e Pedenovi e invece organizzano un presidio di protesta contro questa iniziativa. Peccato, dopo 50 anni un gesto conciliante sarebbe stato importante. Fanno fatica ad accettare che la Stalingrado d'Italia che tanto rimpiangono non esiste più".

Ieri, domenica, proprio nello slargo era apparso un volantino di protesta, che definiva "un'infamia" la dedica a Ramelli e Pedenovi.

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"Sergio è un figlio d'Italia"

A intervenire a lato dell'inaugurazione sono stati anche Simone Orlandi e Deborah Dell’Acqua, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore di Fratelli d'Italia Milano città.

"Sergio era uno studente - ha osservato Orlandi - Un ragazzo con delle idee, ucciso per averle espresse. Il suo volto e la sua storia non possono restare patrimonio di una sola parte politica. Sergio è, e deve essere, ricordato come un figlio d’Italia, vittima della violenza cieca che ha colpito il nostro Paese in anni bui. Oggi, più che mai, vogliamo che il suo nome parli a tutti. Perché la democrazia si misura anche nel rispetto del ricordo, nella condanna ferma dell’odio, e nella capacità di trasformare il dolore in consapevolezza. Ricordare Sergio significa difendere la libertà di pensiero, il diritto di esistere e di esprimersi. Senza paura. Senza vendette. Con coraggio".

"Enrico aveva scelto l'impegno civile"

L'uccisione di Pedenovi il 29 aprile 1976 "rappresenta una ferita profonda nella storia della nostra città e del nostro Paese, un monito contro ogni forma di odio politico - ha aggiunto Dell'Acqua - Ricordare Enrico significa onorare il coraggio di chi ha scelto l’impegno civile senza mai cedere alla paura. La sua dedizione, il suo amore per la comunità e la sua coerenza morale restano un esempio per tutti noi, soprattutto oggi, in un tempo che chiede a gran voce rispetto, dialogo e responsabilità. Il nostro pensiero va alla famiglia e a tutti coloro che ancora oggi portano nel cuore il suo ricordo. Che il sacrificio di Enrico sia un faro per le nuove generazioni, affinché la memoria diventi forza viva contro ogni violenza e per la costruzione di un futuro più giusto e umano".

Le parole del sindaco Di Stefano

"La decisione di intitolare uno spazio pubblico a Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi è il nostro modo per affermare, con forza, che non esistono morti di serie A e morti di serie B - ha commentato il sindaco Roberto Di Stefano - È il nostro modo per dire basta alle vittime dell’odio politico. Dopo anni di pagine buie della nostra storia, dovremmo aver raggiunto una consapevolezza fondamentale: l’odio non può e non deve mai diventare un’arma contro chi ha idee politiche diverse. Eppure, ancora oggi, c’è chi prova a strumentalizzare queste tragedie. È un gesto irresponsabile, da cui dovremmo prendere le distanze una volta per tutte. Ricordare Ramelli e Pedenovi significa affermare un principio chiaro e universale: ogni violenza politica è inaccettabile. Sempre. Da chiunque provenga. Sergio Ramelli fu ucciso da ragazzi come lui, da altri giovani universitari. Ed è proprio ai giovani di oggi che vogliamo rivolgerci: non lasciatevi sedurre da chi trova nell’odio uno strumento di lotta politica. Quel tipo di confronto non costruisce nulla. Le istituzioni hanno il dovere di intervenire. Perché la memoria, da sola, non basta. Va trasformata in impegno quotidiano".

Il circolo "Il Tricolore" di FdI ha donato il monumento celebrativo all’Amministrazione, "contribuendo in modo concreto alla nascita di questo spazio della memoria", ha proseguito Di Stefano, che ha poi ringraziato anche i familiari di Pedenovi, presenti alla cerimonia.

"Questa cerimonia non è solo un atto di ricordo - ha concluso il primo cittadino - È un messaggio forte, chiaro: la violenza politica con noi non troverà mai giustificazioni".

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Nuovo slargo
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Commenti
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Giusto. Quindi vorrei chiedere al Sig. SINDACO di Sesto San Giovanni se è contemplata anche la decisione di intitolare un secondo punto anche a FAUSTO TINELLI e LORENZO IANNUCCI, anch'essi "VITTIME DELL'ODIO POLITICO". Scommettiamo che la risposta sarà un "NO"!?

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