I ricordi di Papa Francesco di suo cugino di Cassina de' Pecchi
Il cugino di Jorge Bergoglio ha ricordato il giorno in cui da arcivescovo di Buenos Aires arrivò in paese a pranzo

La morte di Papa Francesco ha colpito tutti, ma certo un perente di più. E' il caso di Maurizio Bracchino, originario di Cassina de' Pecchi, oggi residente a Mozzanica, di professione oculista. Lui era suo cugino.
Nel 2001 la visita di Jorge Bergoglio a Cassina
Era un giorno del 2001. Jorge Bergoglio allora era l’arcivescovo di Buenos Aires e gli capitò di passare in Italia. Non si scordò di andare a trovare alcuni parenti in paese. Lo raccontano anche i colleghi di Prima Treviglio.it.
Suo padre infatti, Giovanni Angelo Bergoglio, viveva con la famiglia nel Torinese. Poi partì per Buenos Aires in cerca di lavoro. La nonna di Bracchino, Ines, era la sorella di Giovanni Angelo e la zia di Bergoglio.
La casa dove si tenne il pranzo è in via Gramsci. Bergoglio arrivò e andò a mangiare da Bracchino.
Oltre ai familiari dell’oculista che oggi lavora a Crema e abita a Mozzanica, nella Bergamasca, il testimone di quell’incontro, fu don Michele Di Tolve, allora assistente dell’oratorio, oggi monsignore e vescovo.
"Per noi era Giorgio"
Il ricordo di Bracchino è affettuoso
Beh, per noi era Giorgio. Lo chiamavamo così da sempre. Io del resto lo conobbi per la prima volta nel 1971, quando avevo 10 anni, a Torino.
Veniva spesso in Italia a trovare la famiglia, con la quale il rapporto è sempre rimasto molto stretto. Da sacerdote, e poi da arcivescovo, da cardinale, e poi persino da Papa, per noi è sempre rimasta la stessa persona.
Per noi era Giorgio. Negli ultimi anni ovviamente ci vedevamo un po’ meno, ma lo sentivamo spesso.
Ogni volta che parlava era una meraviglia starlo ad ascoltare. Aveva l’eccezionale capacità di percepire i pensieri di chi aveva davanti. Era una persona di un’intelligenza unica, di una cultura vastissima. E poi era spiritoso, aveva sempre la battuta pronta, sorridente e di famiglia.
L’ultimo incontro due anni fa, in occasione del 90esimo compleanno di mia mamma Carla. Fu una bellissima sorpresa quando arrivò a casa.
Eccezionale, quel sabato. Avere un Papa a pranzo non è da tutti i giorni. Un altro momento è stato il mio viaggio in Patagonia, quando andai a trovarlo nell’ottobre del 2012 a Buenos Aires, dove era arcivescovo.
Girammo insieme, senza nemmeno l’autista, nella sua città. Ricordo infine benissimo l’entusiasmo e l’incredulità di tutti noi quando fu eletto Papa.
Lo andammo a trovare a Roma, e fu un incontro di grande emozione. Gli chiedemmo: "Ma adesso come ti dobbiamo chiamare?". "Sono sempre Giorgio" rispose.