Gessate, il Comune respinge la richiesta di intitolare una via a Sergio Ramelli: l'ira di Fratelli d'Italia
Secondo il coordinatore di Fdi dell'Adda-Martesana si è trattato di una "scelta ideologica e contro la memoria storica"

Intitolare una via di Gessate a Sergio Ramelli? Il Comune rispedisce al mittente la richiesta. Secondo il sindaco Lucia Mantegazza intitolare uno spazio pubblico a una figura politicamente legata al neofascismo non sarebbe infatti accettabile.
Una via intitolata a Ramelli? No
Non ci sarà a Gessate una via intitolata a Sergio Ramelli. Il sindaco ha infatti rispedito al mittente una richiesta in tal senso. Non solo perché, al momento, non sono previste nuove vie da intitolare, ma anche perché non è ritenuto accettabile "intitolare uno spazio pubblico a una figura politicamente legata al neofascismo". Rispondendo alla richiesta di intitolazione, infatti, il primo cittadino, ha osservato come:
una tale scelta equivarrebbe a riconoscere e legittimare un orientamento politico che la nostra Costituzione respinge in modo netto, essendo il fascismo una deriva autoritaria e antidemocratica, tuttora pericolosa. Sergio Ramelli fu vittima di una violenza brutale e ingiustificabile, da parte di chi ha agito in palese contraddizione con i principi costituzionali e democratici. Il fatto che sia stato ucciso non basta, da solo, a giustificare un'intitolazione pubblica: Ramelli resta espressione di un'ideologia contraria alla nostra Costituzione, ai diritti e insofferente verso le libertà fondamentali
L'ira di Fratelli d'Italia
Il respingimento della richiesta di intitolare una via di Gessate alla memoria di Sergio Ramelli non è stata accolta di buon grado dal capo segreteria politica del Consiglio regionale della Lombardia e coordinatore Adda-Martesana di Fratelli d'Italia Riccardo Melias.
Negare l’intitolazione di una via cittadina a Gessate a Sergio Ramelli, va contro ogni evidenza storica, contro ogni libertà di espressione, una posizione altamente ideologica professata proprio da chi invece a parole, profetizza inclusione e non divisione.
Le stesse parole, agghiaccianti e fuori luogo, espresse dal sindaco ci mostrano come la stessa ideologia che lei antepone a giustificazione della non intitolazione della via, è invece emblematica della sua posizione estremista. Non mi stupirei, se la stessa Mantegazza di conseguenza non riconoscesse nemmeno la portata di quanto orribile è stato e successo in relazione alle foibe. Cosa basterebbe allora per vedersi riconoscere una memoria comune, se non essere ucciso per aver espresso il proprio pensiero attraverso la scrittura di un tema? E poi come si fa a dire che tuttora vi è pericolo di fascismo e che un ragazzo di 19 anni ne sia una sua espressione diretta? Ma il sindaco in quale epoca vive?
ha osservato Melias secondo il quale il sindaco ha mancato di rispetto non solo alla famiglia e alla comunità vicina a Sergio Ramelli, ma a tutte le vittime dell’odio politico.
Caro Sindaco, non esiste solo la memoria del 25 Aprile e le celebrazioni dell’Anpi, anche se comprendo che queste associazioni a lei vicine siano necessarie durante le elezioni
Sulla vicenda è intervenuto anche il portavoce locale, Matteo Candidi:
La nostra richiesta era molto semplice e aperta al confronto. Il sindaco ha anteposto questioni che poco avevano a che fare con la richiesta per poi ribattere svariate volte sul tema del fascismo, infangando di fatto la memoria di un 18enne colpevole di aver avuto un idea diversa. È intollerabile una posizione di muro totale dei confronti della parte di cittadinanza che non la pensa come lei.