INTITOLAZIONE

Cassano d’Adda intitola il giardino a Sergio Ramelli, ma restano le polemiche

Oggi, domenica 13 aprile, la cerimonia ufficiale nel giardino della biblioteca con politici, proteste silenziose e la presentazione del libro

Cassano d’Adda intitola il giardino a Sergio Ramelli, ma restano le polemiche
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Si è svolta questa mattina, domenica 13 aprile, la cerimonia di intitolazione del Giardino della Biblioteca comunale di Cassano d’Adda a Sergio Ramelli. L’iniziativa è stata organizzata in occasione dei cinquant’anni dalla sua morte, avvenuta nel 1975 per mano di militanti di Avanguardia Operaia.

La cerimonia di intitolazione nel cuore della città

L’appuntamento si è tenuto alle 10 nel giardino pubblico situato tra il Municipio e la biblioteca di via Dante 4. Il sindaco Fabio Colombo ha aperto la cerimonia ripercorrendo la storia di Ramelli e ringraziando tutti i presenti.

Alla cerimonia hanno partecipato numerose figure istituzionali e politiche: Paola Frassinetti, membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, Riccardo De Corato, deputato, Carlo Fidanza e Mario Mantovani, membri del Parlamento europeo, Marco Osnato, deputato, Nicolas Gallizzi, consigliere regionale, Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia, oltre a tutta la Giunta comunale.

Proteste silenziose e flash mob nei giorni precedenti

Durante l’evento, circa una decina di manifestanti ha protestato pacificamente nei pressi del giardino, esponendo cartelli con le scritte "Dissento!!" e #CassanoResiste.

Nella mattinata di ieri, sabato 12 si è invece svolto un flash mob a cui hanno partecipato una cinquantina di persone, riunitesi per leggere pubblicamente i nomi delle vittime degli anni di piombo.

Un libro per raccontare una storia che divide ancora

La cerimonia è proseguita all’interno dell’auditorium della biblioteca con la presentazione del libro "Sergio Ramelli una storia che fa ancora paura", scritto da Guido Giraudo.

Ad aprire l’incontro è stato Giovanni Albano, che ha scelto di raccontare la vicenda con parole dirette e cariche di tensione storica. Nel suo intervento ha ricordato l’episodio dell’aggressione, la lunga agonia e le polemiche ancora vive attorno alla figura di Ramelli.

Ramelli era uno studente. Venne aggredito sotto casa con una chiave inglese da un gruppo di suoi coetanei. Non morì subito: rimase in coma per quaranta giorni. Aveva scritto un tema scolastico, quello bastò a farlo finire nel mirino. Oggi, a cinquant’anni di distanza, c’è ancora chi lo definisce una figura divisiva. Ma se fosse stato un militante di sinistra, davvero ci sarebbe stata la stessa reazione? La verità è che la sua storia mette a disagio perché rompe un racconto a senso unico. Ecco perché fa ancora paura

 

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Commenti
Guido Giussani

L’Italia è piena di vie e piazze intitolate ad un viscido personaggio come Palmiro Togliatti responsabile dell’eliminazione fisica di decine di suoi compagni comunisti che si erano rifugiati nell’URSS di Stalin Questa è storia (leggere le memorie di Robotti..cognato di Togliatti) Ma a nessuno viene in mente di contestare questi fatti Invece l’intitolazione di un pezzo di verde ad un povero ragazzino come Ramelli viene bollata come”divisiva”, anche se Ramelli non aveva mai aggredito nessuno e si era solo reso responsabile di aver attaccato le BR in un tema scolastico Ciao

S. Manuele

E' anche ora che a sinistra si faccia una seria autocritica visto che hanno intitolato di tutto e di più a chi fa loro comodo, certi partigiani tanto per fare un esempio visto che si avvicina il 25 aprile, partigiani che ricordiamolo bene sono stati autori anche di crimini efferati e sempre taciuti dai testi scolastici. Tanto per citare qualche esempio il martirio dei 7 fratelli Govoni, la strage di Schio, l'eccidio di Rovetta e tanti tanti altri. E che la piantino una volta per tutte di sentirsi l'aureola sopra il capo, e che diamine!!

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