Riniti e rinosinusiti nei bambini: che cosa fare?
Il dottor Mario Notargiacomo, direttore Uoc Otorinolarinolaringoiatria, affronta le principali problematiche che coinvolgono bambini e ragazzi
Le riniti e le rinosinusiti pediatriche sono un capitolo molto importante nelle affezioni dei bambini, dalla prima infanzia fino all’adolescenza.
Il naso del bambino: come è fatto
Il naso del bambino è simile a quello dell’adulto dal punto di vista anatomico: il setto nasale divide le due fosse nasali, vi si riconoscono tre coppie di turbinati (superiore, medio e inferiore) che sono delle sporgenze ossee presenti nella cavità nasale che hanno la caratteristica di essere ricoperte da mucose e tessuto ricco di vasi sanguigni. Lateralmente, superiormente e posteriormente alle cavità nasali si riconoscono i seni paranasali. Questi ultimi invece sono diversi dall’adulto, in quanto sono soggetti a uno sviluppo differente; sono tutti ben rappresentati solo dall’età adolescenziale in avanti. Riconosciamo quattro tipi di seni paranasali: il seno mascellare, il seno etmoidale, il seno frontale e il seno sfenoidale, disposti in coppie. In caso di infiammazione delle cavità nasali si parla di rinite, se sono coinvolti i seni paranasali invece si ha una rinosinusite.
Riniti pediatriche: di cosa si tratta
Le riniti pediatriche in particolar modo possono essere acute o croniche: le acute sono secondarie a una infezione batterica o virale, quelle croniche sono spesso di origine allergica o vasomotoria cellulare (non allergica).
I sintomi sono quelli classici: ostruzione nasale, congestione, rinorrea anteriore e posteriore (secrezioni catarrali che fuoriescono dalle narici del bimbo o che colano posteriormente in faringe), tosse e starnutazione. In tal caso il trattamento sarà sintomatico, con antinfiammatori, lavaggi nasali aerosolterapia. Si ricorrerà alla terapia antibiotica solo in caso di aggravamento e/o comparsa di febbre resistente alle terapie che duri più di 2 o 3 giorni, accompagnata da decadimento delle condizioni generali.
In caso queste riniti siano ricorrenti e/o persistenti, sarà bene ricorrere allo specialista: otorinolaringoiatra, allergologo e pediatra devono concorrere a diagnosticare nel modo più adeguato una rinite cronica. Questa può essere semplicemente legata a un’ipertrofia adenoidea, che l’otorino si occuperà di risolvere, oppure potrà essere di origine allergica, e allora l’allergologo o il pediatra seguiranno il bambino nella maniera più opportuna. In caso di rinite cronica con test allergici negativi o insufficienti a giustificare la sintomatologia, ci tornerà in aiuto la citologia nasale: un banale prelievo indolore di secrezione mucosa ci potrà suggerire se ci troviamo di fronte a una rinite cronica non allergica.
La rinosinusite nel bambino
Nel bambino la rinosinusite complica più spesso che nell’adulto un quadro di semplice rinite e questo è legato a varie condizioni: le pareti dei seni paranasali sono più sottili che nell’adulto, le ossa sono più porose e le suture ossee non sono ancora ben saldate; questo porta a una più facile diffusione del processo infettivo. Inoltre il complesso di clearance mucociliare (quel sistema che «porta via» le secrezioni dalle cavità nasali) è ancora immaturo. Infine, la quantità e la qualità delle secrezioni è spesso molto abbondante, con un più facile ristagno.
Per questo alcuni autori riportano fino al 90% di rinosinusiti (in forma lieve) nel bambino affetto da rinite. I seni più frequentemente coinvolti sono sicuramente il mascellare e l’etmoidale, perché il seno frontale inizia a svilupparsi da 12 – 24 mesi di vita ed è di volume incostante fino all’adolescenza, quindi meno soggetto a processi infiammatori. La sintomatologia è analoga a quella della semplice rinite, però la rinorrea si fa mucopurulenta e protratta, compare la tosse, la cefalea, a volte un rigonfiamento delle palpebre, la febbre persiste.
Anche in questo caso, nelle forme più impegnative, la collaborazione fra pediatra e otorinolaringoiatria sarà importante per scongiurare eventuali problematiche più serie (che comunque sono il 3-4% del totale, quindi poco diffuse). Si prescriverà pertanto un’adeguata terapia antibiotica, mucolitica, decongestionante insieme a un’adeguata toilette delle fosse nasali mediante lavaggi frequenti.
Si ringrazia per l'articolo il dotto Mario Notargiacomo, direttore dell'Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria Area Nord, ospedale di Melzo, presso l'Asst Melegnano Martesana.