bilancio in rosso

A Canonica d'Adda il sindaco getta la spugna dopo l'incontro con il prefetto

A pochi mesi dalle elezioni l'intera maggioranza ha dato le dimissioni per la grave situazione finanziaria

A Canonica d'Adda il sindaco getta la spugna dopo l'incontro con il prefetto
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Il pesante disavanzo e la situazione complicata in cui versano gli uffici hanno spinto la maggioranza consigliare di Canonica d'Adda, dopo il confronto con il Prefetto martedì sera, a rassegnare le proprie dimissioni, come raccontano i colleghi di primatreviglio.it.

Situazione troppo critica, l'Amministrazione si dimette

E' durata meno di sei mesi, l'avventura del sindaco Riccardo Sonzogni e della sua lista, "Un passo avanti", alla guida del Comune di Canonica d'Adda.

Troppo pesanti la situazione finanziaria e l'incidenza del significativo disavanzo di bilancio ereditato dalla precedente gestione a guida dell'ex sindaco Gianmaria Cerea, per andare avanti.

Così, dopo vari tentativi e un lungo confronto con gli organi competenti e all'interno del proprio gruppo, la maggioranza ha deciso di fare un passo indietro annunciando ieri mattina, venerdì 22 novembre, la proprie dimissioni, che hanno implicato anche quelle di Giunta e sindaco.

La lettera ai cittadini

Sonzogni e la sua squadra, nello specifico, hanno tenuto a spiegare le proprie motivazioni alla popolazione canonichese attraverso una lunga lettera aperta, inoltrata anche alla stampa. Eccone di seguito il contenuto:

Gentili concittadini,
Il Comune che abbiamo preso ad amministrare questa estate trascina e intreccia due gravi crisi che, combinate, divengono un circolo vizioso gravissimo: quella di una situazione economico-finanziaria molto severa e quella dell’assenza di personale.
Abbiamo aggiornato i cittadini, tramite assemblea e stampa, su come, mettendo in ordine conti e bilanci nel rispetto della normativa contabile, sia emersa una situazione economico-finanziaria più grave di quanto preventivato e di quanto fosse visibile prima. L’approfondimento di cause e responsabilità supponiamo che continuerà nelle sedi opportune, alle quali è stata trasferita la documentazione in modo trasparente e da cui si avranno risposte e indicazioni. Ma, nell’immediato, la situazione è emergenziale, essendo la vita del Comune paralizzata, tanto da non poter erogare i servizi indispensabili e svolgere funzioni fondamentali. Sono i numeri a illustrare la grave situazione: mezzo milione di fatture da pagare, con una cassa già in disavanzo di 100.000 euro; il disequilibrio con cui gli impegni di spesa a ottobre superavano di 250.000 euro gli accertamenti di entrata; le centinaia di migliaia di euro da vincolare in fondi di garanzia che non erano presenti in bilancio. Ma non è questo a generare l'urgenza di scelte importanti. A spaventare e a far rischiare situazioni molto gravi sono infatti gli uffici quasi vuoti, che non consentono di garantire neppure i servizi fondamentali. Ciò perché la situazione contabile, economica e finanziaria ha generato il blocco del piano di assunzioni preventivato e, a causa dell’impossibilità di impegnare spesa, ha portato gli uffici a doversi privare anche delle collaborazioni esterne a cui il Comune da tempo si appoggiava, prediligendole, purtroppo, alle assunzioni. Anche la vita istituzionale si è fermata, per mancanza di possibilità e soprattutto per l’assenza prolungata di un revisore dei conti, considerando che già sette revisori, indicati dalla Prefettura, hanno rifiutato l’incarico presumibilmente consci della grave situazione. Per le suddette ragioni, per il bene dell’Ente, del Comune e dei cittadini, con decisione compatta e unanime del Sindaco, degli Assessori e dei Consiglieri, l’intero gruppo di maggioranza ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni in un iter che affidi la gestione alla Prefettura nel minor tempo possibile. Ci sentiamo di aver fatto tutto il possibile, compatibilmente con le leggi e con gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione, per sanare la situazione a livello di sostenibilità almeno fino a fine anno, ma non è bastato e urge che il Comune sia nelle mani di autorità che abbiano strumenti e potere per riattivarlo in tempi brevi.

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