L’ascesa dopo l’assassinio del mentore, il delitto di Cernusco e i venti arresti
Gli affari della Curva Nord nel cuore della Martesana, da Cernusco a Carugate, fino a Pioltello
Andrea Beretta, 49 anni, originario di Cernusco, esperto in arti marziali miste, un'ex moglie e due figli minorenni, è cresciuto all’ombra dello storico leader ultras dell’Inter Vittorio Boiocchi ed era ritenuto una sorta di «capo militare» della Curva Nord. Poi, con l'omicidio del suo mentore, aveva preso le redini del tifo organizzato, di cui controllava gli affari d'oro, legati anche al negozio di merchandising di Seggiano. Ma, più che guidare la Curva allo stadio, che non poteva frequentare per Daspo (ma non poteva neppure entrare a Milano perché ritenuto personaggio di «grave pericolosità»), si occupava di fare i soldi, con qualunque mezzo. E di investire in locali e varie attività della zona, a Pioltello, a Cernusco, a Carugate.
Affari e ’ndrangheta
Soldi che facevano gola alla ’ndrangheta, che ha spedito al Nord Antonio Bellocco, 36 anni, 14 dei quali trascorsi in carcere per associazione mafiosa, rampollo di una potente cosca di Rosarno. Un'ascesa, quella di Bellocco, caldeggiata da Marco Ferdico, 39enne di Carugate, portavoce della Curva, ma comunque appoggiata da Beretta: i due erano convinti che avere al loro fianco un soggetto di rilevante caratura criminale potesse aiutarli a gestire con più profitto il malaffare.
Bellocco, però, non si sarebbe accontentato di una parte degli introiti: voleva la fetta di torta più grossa. O, comunque, era convinto che i conti non tornassero e che Beretta nascondesse una parte importante degli introiti. Da qui sarebbe maturata la decisione di uccidere «Berro» che, però, dopo aver ricevuto minacce dirette da Bellocco e da altri due sodali giunti dalla Calabria, girava armato. Sapeva che volevano ucciderlo.
L'omicidio di Cernusco
Così si è giunti al 4 settembre 2024. La sera prima i due erano stati compagni di squadra a Carugate in una partitella tra i leader delle tifoserie di Inter e Milan. Poche ore dopo la lite violenta fuori dalla palestra Testudo, la scuola di pugilato di via Besozzi a Cernusco. Erano in macchina, Bellocco alla guida di una Smart, Beretta al suo fianco. Il cernuschese ha affrontato il 36enne, chiedendogli conto del fatto che volesse ucciderlo. Poi la colluttazione, Bellocco riesce a togliere la pistola a Beretta, parte un colpo che ferisce il 49enne, che però estrae il coltello e colpisce per 21 volte il rampollo della ’ndrangheta.
L'inchiesta «Doppia Curva»
Poi l'inchiesta «Doppia Curva» con gli arresti scattati all'alba di lunedì 30 settembre, con 19 ordini di custodia cautelare (che poi sono diventati venti) per associazione a delinquere (per quelli della Curva dell'Inter con l'aggravante dello stampo mafioso), estorsione, lesioni personali, rissa, false dichiarazioni e altro ancora. Un'operazione condotta nel cuore della Martesana, visto che tra gli arrestati ci sono quattro carugatesi (Marco e Gianfranco Ferdico, Antonio Nepi e Fabiano Capuzzo), due cernuschesi (Andrea Beretta e Matteo Norrito), un colognese (Islam Hagag) e un cambiaghese (Cristian Ferrario).