La presentazione

Le storie dei soldati italiani prigionieri negli Usa raccontate in un docufilm

Le interviste ai figli rintracciati grazie all'impegno dell'ex sindaco di Vimodrone Antonio Brescianini e dell'Ampil

Le storie dei soldati italiani prigionieri negli Usa raccontate in un docufilm
Pubblicato:
Aggiornato:

"Se non conserviamo la memoria della nostra storia e dei nostri antenati, arriverà qualcuno a dirci chi siamo stati e chi siamo ora". Parole con le quali il regista italoamericano Steve Mancini ha voluto introdurre il docufilm "Fedeltà. Soldati. Prigionieri", presentato per la prima volta sabato 21 settembre 2024, alle 9.30, presso l’auditorium Giorgio Gaber del Grattacielo Pirelli di via Duca D’Aosta a Milano.

Le interviste ai figli dei soldati italiani

Incentrato sulla storia dei prigionieri di guerra italiani negli Stati Uniti durante il secondo conflitto mondiale, trae spunto dalle interviste fatte ai figli dei 1.200 soldati assegnati al 321esimo Battaglione Quartermaster italiano e destinati a Camp Letterkenny, in Pennsylvania.

L'impegno dell'ex sindaco di Vimodrone e dell'Ampil

Fondamentale, alla base di tutto, è stata l’opera di tessitura e raccolta di informazioni portata avanti, a partire dal 2015, dall’ex sindaco di Vimodrone Antonio Brescianini, coordinatore nazionale delle attività di Ampil, l’Associazione per la memoria dei prigionieri italiani a Letterkenny, e figlio di Luigi, anche lui prigioniero Oltreoceano per due anni e che ha contribuito, assieme ai suoi commilitoni, alla realizzazione della chiesa di Letterkenny con materiali di scarto, diventata poi monumento nazionale.

"Credo che ricostruire la storia delle proprie origini sia un modo per comprendere meglio da dove si proviene, riuscendo a essere consapevoli di quale mandato valoriale ed educativo si vuole portare avanti - ha dichiarato Brescianini - L’esperienza di prigionia vissuta da mio papà e dai suoi amici è esattamente questo: un monito dal quale anche oggi continuo ad apprendere valori di fratellanza, fede e mutuo aiuto. Con questa consapevolezza ho deciso anni fa di contattare, uno a uno, i figli di altri prigionieri di cui trovavo cenni nei diari conservati da mio padre".

Il "cacciatore di Memoria"

Al momento Brescianini è in contatto con circa 600 famiglie distribuite in tutte le regioni d’Italia, su circa 1.230 prigionieri che hanno vissuto nel campo di prigionia. Ampil, creata nel 2017, ha permesso di esporre mostre fotografiche in giro per la Penisola.

Affonda le radici proprio in questo patrimonio di ricordi e testimonianze il docufilm realizzato da Mancini: la proiezione sarà replicata nella Capitale, presso l’University Notre Dame Rome, il 27 settembre, alle 17.

0a46a021-a4a8-4438-a746-ebde9ee756ac
Foto 1 di 7
3f1f3882-88db-4ba7-a3e6-2899e2436cf0
Foto 2 di 7
5f99e073-e82c-4ddf-80b9-6ad9ee68ada5
Foto 3 di 7
72be8c70-a597-4d1d-ab7f-14cefe0f3dc6
Foto 4 di 7
88b2120a-a224-4174-89cb-f7c08ec71de0
Foto 5 di 7
Antonio Brescianini ex sindaco di Vimodrone
Foto 6 di 7
Antonio Brescianini ex sindaco di Vimodrone
Foto 7 di 7

L’evento al Pirellone (a ingresso gratuito, alla presenza dell’assessore ai Servizi civici e generali del Comune di Milano Gaia Romani, del regista, dei rappresentanti di Ampil e di una delegazione di figli dei soldati italiani prigionieri) è stato organizzato dal consigliere regionale Carlo Borghetti:

"Trovo veramente importante l’idea di Steve Mancini di tradurre in filmato la testimonianza dei figli dei prigionieri e la documentazione - ha detto - Tramandare la memoria di quella storia di umanità in una modalità comunicativamente così efficace, in un momento oggi così conflittuale della nostra storia, può anche essere un prezioso contributo per rendere tutti più consapevoli dell’amicizia e della fratellanza che possono e devono vivere tutti i popoli tra loro".

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali