Vertenza Siae di Cologno Monzese, "l'azienda prende i soldi del Pnrr e va in Cina"
La Fiom tiene accesi i riflettori sulla scure degli annunciati esuberi, che ora toccano anche la controllata Sm Optics
Prendi i soldi del Pnrr e scappa, lasciando Cologno Monzese e delocalizzando in Cina. È stata così drammaticamente riassunta dalla Fiom Cgil la situazione che stanno attraversando la Siae (che conta quasi 600 dipendenti), la controllata Sm Optics e i lavoratori delle due aziende metalmeccaniche di via Buonarroti attive nel settore delle telecomunicazioni, alle prese con la spada di Damocle degli esuberi e con una delicata vertenza che l’estate ha solo apparentemente "congelato".
Siae Microelettronica, l'affondo della Fiom
Sotto la cenere, la brace arde ancora.
"Siae Microelettronica versa da tempo in una drammatica situazione finanziaria, che provoca pesanti ripercussioni sulle lavoratrici e i lavoratori, tra stipendi erogati in ritardo, mancati versamenti al fondo pensionistico, erogazione assente del welfare contrattuale e prolungata riduzione del reddito per il ricorso agli ammortizzatori sociali", hanno sottolineato dalla Fiom, da sempre in prima linea accanto alle maestranze e alle Rsu.
L'incubo esuberi
In Siae aleggia l’incubo di 140 esuberi nel comparto produzione.
"L’azienda attualmente sta facendo ricorso alla composizione negoziata della crisi d’impresa, mentre a metà ottobre scadrà l’ultimo periodo di Contratto di solidarietà, che era stato sottoscritto a seguito dell’annuncio dei possibili tagli derivanti dalla deleteria e scellerata intenzione della proprietà di delocalizzare la produzione in Cina".
La situazione in Sm Optics
Se Siae rischia di piangere, Sm non sorride, purtroppo. Controllata all’85% dalla società madre, è in attesa da tempo di una cessione a un gruppo francese che pare non concretizzarsi mai. E ora è arrivato l’annuncio anche qui degli esuberi, quantificati in 60 unità.
"Entrambe le società hanno ricevuto e riceveranno un’importante quantità di finanziamenti pubblici, anche attraverso progetti legati al Pnrr, ma la proprietà, miope per quanto riguarda la visione industriale e strabica dal punto di vista della responsabilità sociale, mentre si preoccupava di come attrarre finanziamenti pubblici nazionali ed europei coltivava e rafforzava la partnership con una società cinese".
L'interesse di Invitalia
Sullo sfondo rimane l’interesse di Invitalia, per salvaguardare la continuità d’impresa e l’occupazione.
"Chiediamo garanzie sul fatto che questi obiettivi vengano perseguiti entrambi con la stessa determinazione e coinvolgendo i lavoratori - hanno proseguito dalla sigla - Ci appelliamo ai ministeri e agli assessorati regionali competenti affinché intervengano urgentemente e incontrino i rappresentanti dei dipendenti per scongiurare gli esuberi, salvaguardare un settore strategico e la sua filiera, non disperdere il grande patrimonio di competenze professionali, garantire il valore sociale dei finanziamenti pubblici e per opporsi all’ennesima delocalizzazione e deindustrializzazione".