A Cernusco sul Naviglio un passo avanti nella lotta alla sepsi
Il dottor Massimo Zambon spiega genesi e conseguenze di questa infezione e presenta gli interventi messi in campo in Martesana
Parola al dottor Massimo Zambon, direttore Uoc Anestesia e Rianimazione dell'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio.
La sepsi insorge quando la risposta dell'organismo a un'infezione finisce per danneggiare i propri tessuti e organi. Può portare a shock, insufficienza multi organo e morte, soprattutto se non viene riconosciuta precocemente e trattata tempestivamente. Nella sua forma più grave, lo shock settico, la mortalità è ancora molto elevata raggiungendo il 30-40% dei pazienti colpiti.
La sepsi cos'è e chi colpisce
In Italia si stima che la sepsi colpisca ogni anno circa 250mila individui. Nonostante i progressi nel riconoscimento e nelle terapie, è ancora fatale in un caso su quattro (circa 60mila morti l'anno).
La sepsi può colpire chiunque senza distinzione di età, sesso e condizioni di salute, ma alcune persone sono più a rischio di altre: i pazienti affetti da malattie oncologiche, le persone con malattie croniche a polmoni, fegato o cuore, gli individui con sistema immunitario indebolito, i neonati e gli anziani.
La "Surviving Sepsis Campaign"
Allo scopo di ridurre l’elevata mortalità legata alla sepsi è stata creata circa vent’anni fa la "Surviving Sepsis Campaign", un'iniziativa internazionale congiunta che si pone come obiettivo il ridurre la mortalità nella sepsi: i maggiori esperti mondiali periodicamente aggiornano e pubblicano linee guida per riconoscere e trattare prontamente questo fenomeno infettivo.
Infatti anche la sepsi può essere considerata una patologia «tempo dipendente»: questo vuol dire che l’esito clinico dipende dalla rapidità del riconoscimento e dall’efficacia della gestione a partire dalla prima ora. Per questo è fondamentale che gli operatori sanitari di qualsiasi reparto siano in grado di sospettare tempestivamente quando un paziente sviluppa una sepsi.
Per sensibilizzare tutti i medici e gli infermieri degli ospedali della nostra Asst Melegnano Martesana, vengono periodicamente svolti dei corsi per tutti gli operatori del Pronto soccorso e dei reparti allo scopo di permettere a tutti un rapido riconoscimento e trattamento dei segni e sintomi della sepsi, secondo le più aggiornate linee guida della "Surviving Sepsis". L’organizzazione dell’ospedale mira quindi a ridurre il più possibile la mortalità legata alla sepsi anche attraverso alcune procedure e strumenti facili e rapidi da utilizzare, che vanno dal semplice lavaggio delle mani e utilizzo di guanti e mascherine, all’applicazione di punteggi di rischio basati su segni e sintomi dei pazienti, fino a esami diagnostici di laboratorio più sofisticati.
I germi resistenti agli antibiotici
L'emergenza sanitaria della sepsi è associata anche a un altro problema, quello delle infezioni da germi resistenti agli antibiotici che sono in costante aumento nel mondo. I germi multi-resistenti si selezionano soprattutto a causa dell’uso inappropriato degli antibiotici nella popolazione. In pratica un batterio può divenire resistente a un antibiotico se lo stesso viene somministrato quando non indicato (ad esempio per un’infezione virale e non batterica), oppure se assunto con un dosaggio insufficiente o per un tempo inadeguato. La previsione in questo senso è piuttosto negativa: si stima che entro il 2050 nel mondo, ogni anno, 10 milioni di persone moriranno a causa di infezioni resistenti agli antibiotici.
Per evitare di arrivare a numeri così drammatici, oltre a un cambiamento culturale a livello dell’utilizzo razionale degli antibiotici, è necessario evitare che i germi multi-resistenti si diffondano tra i malati, cosa che potrebbe verificarsi in determinate aree degli ospedali.
Come si affronta all'Uboldo di Cernusco
Nella nostra Terapia intensiva a Cernusco, grazie ai fondi del Pnrr saranno eseguiti entro la fine dell’estate dei lavori strutturali per creare due nuovi posti letto di isolamento: questi sono di grandissima utilità per diversi motivi:
- per malati che sono affetti da infezioni da germi multiresistenti con il rischio di contaminare altri pazienti;
- per malati affetti da patologie gravi trasmissibili ad altri (pensiamo ad alcune forme virali come ad esempio il Covid delle prime ondate pandemiche, oppure a meningiti), che possono essere trattati senza il rischio di diffusione all’esterno;
- per pazienti particolarmente suscettibili alle infezioni e alla sepsi (ad esempio immunodepressi) che possono essere così protetti dall’esterno, quindi una protezione in «senso contrario» rispetto alle precedenti.
I lavori saranno terminati entro settembre. Coincidenza vuole che proprio il 13 settembre si celebra ogni anno la Giornata mondiale contro la sepsi (World Sepsis Day), che quest’anno anche noi potremo celebrare facendo un passo in avanti nella lotta alla sepsi.