Tagli del Governo Meloni, la protesta dei sindaci lombardi: c'è anche Gorgonzola
E' di 51.494 euro la cifra stimata dei tagli del Governo Meloni ai servizi del Comune di Gorgonzola per il 2024 fino a raggiungere i 265.669,76 euro nel 2028
Una lettera firmata da 208 sindaci lombardi lancia un grido d’allarme sui tagli previsti dal governo. Anche il sindaco Scaccabarozzi tra i firmatari dell'appello ai ministri Piantedosi e Giorgetti.
Tagli del Governo Meloni, la protesta dei sindaci lombardi: c'è anche Gorgonzola
"A fronte di uno sforzo condiviso per far ripartire il Paese, oggi vediamo tagliate risorse essenziali per portare avanti un’ordinata attività amministrativa nei nostri Comuni Lombardi" evidenziano i primi cittadini. Tra i firmatari diversi sindaci dell'Adda Martesana, tra cui il primo cittadino di Gorgonzola Ilaria Scaccabarozzi.
Il motivo della preoccupazione dei sindaci è legato ai tagli previsti dallo schema di decreto ministeriale sul riparto del contributo alla finanza pubblica. La legge del 30 dicembre 2023, n. 213, prevede una riduzione di 250 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028. Di questi, 200 milioni di euro saranno a carico dei comuni, mentre 50 milioni di euro graveranno sulle province e sulle città metropolitane.
I sindaci ricordano nella loro lettera l’enorme opportunità rappresentata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Molti territori come Gorgonzola hanno mobilitato risorse e partecipato attivamente ai bandi, cercando di sfruttare al meglio le possibilità offerte dal piano. Tuttavia, l’attuazione del PNRR ha comportato un carico di lavoro eccezionale per le strutture comunali, già sotto pressione a causa dell’inflazione e della crisi energetica.
Ora, con i nuovi tagli in arrivo, tutto rischia di saltare. Gli schemi di ripartizione dei tagli, che prevedono una riduzione di 47 milioni di euro per i Comuni Lombardi, minacciano la tenuta del Titolo I dei bilanci comunali e l’equilibrio contabile degli enti locali.
Nella lettera, i sindaci spiegano con chiarezza la loro posizione:
"Gli schemi che stanno circolando prevedono per il solo 2024 quasi 47 milioni di euro di taglio netto ai Comuni Lombardi. Sono risorse necessarie, anzi vitali, per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell’equilibrio contabile dei nostri Enti. Per questa ragione, oggi più che mai, chiediamo con forza che queste risorse, essenziali per finanziare la Spesa Corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, come prevede il Piano dei tagli per i prossimi cinque anni".
I sindaci non chiedono risorse aggiuntive, ma la possibilità di mantenere quelle attuali o di avere una maggiore flessibilità nella redazione dei bilanci per i prossimi cinque anni. Sottolineano come la spesa corrente sia già stata ridotta al minimo tollerabile negli ultimi anni. L’uso dell’avanzo di amministrazione per coprire i crescenti costi sociali diventa sempre più difficile, e un ulteriore taglio sarebbe insostenibile.
"L’alternativa, che non vorremmo mai e poi mai prendere in considerazione – continua la lettera – è, tagliare i servizi e aumentare le tariffe, gravando così sui cittadini. Tagli e aumenti che dovremo motivare, spiegando ai cittadini in termini chiari come, a fronte di spese aumentate per dar loro servizi essenziali, le risorse vengano drasticamente ridotte per scelte che hanno luogo lontano dalle nostre comunità Lombarde. Non vorremmo che questa fosse l’autonomia che residua ai Comuni: tagliare e far pagare di più i cittadini".
La riduzione delle risorse avrà inevitabili ricadute sui servizi essenziali. Già ora, molti Comuni fanno fatica a mantenere il livello di servizi pubblici adeguato. Ulteriori tagli potrebbero portare alla chiusura di scuole, biblioteche e centri di assistenza sociale, aggravando le disuguaglianze sociali e territoriali.
È evidente che una soluzione a lungo termine richiede un ripensamento delle politiche di finanziamento degli enti locali. Il governo dovrebbe considerare l’importanza di investire nelle comunità locali come parte integrante della strategia di sviluppo nazionale.
"Così come non vorremmo che alcuni Sindaci Lombardi si trovassero – e sarebbe un duro colpo per l’immagine della nostra regione – nella condizione di generare disavanzo nei bilanci. Da Lombardi, crediamo che sarebbe una ferita rispetto alla storica capacità di gestire in autonomia la tenuta sociale e lo sviluppo delle nostre comunità".