Ambulante moroso espulso dal mercato: fa causa (e perde)
Aveva avuto un anno e mezzo per regolarizzare la sua posizione tributaria con il Municipio e invece niente. E ha perso il suo stallo
Per regolarizzare la sua posizione tributaria ha avuto a disposizione un anno e mezzo. Due erano state le comunicazioni inviate dal Comune di Cologno Monzese, per intimargli di pagare l’arretrato pena la revoca dell’autorizzazione al commercio su aree pubbliche e della concessione del posteggio al mercato di San Giuliano. Il diretto interessato, un ambulante che aveva la propria bancarella in via Risorgimento, non lo ha fatto. Ergo: l’Amministrazione ha preso i provvedimenti del caso, depennandolo.
La perdita dello stallo finisce in Tribunale
Il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha confermato la liceità e la correttezza dell’operato di Villa Casati, che era stata trascinata davanti al Tar da un commerciante che aveva (il passato è d’obbligo) la propria postazione all’ombra della Pieve di piazza San Matteo. L’esercente è stato condannato a pagare al Municipio le spese legali, pari a 2.500 euro oltre gli accessori di legge.
La morosità accumulata dal commerciante
L’ambulante aveva accumulato una morosità nei confronti dell’Amministrazione comunale pari a oltre 1.500 euro, tra Tosap e Tari. Il Regolamento legato al commercio ambulante prevede che non possano essere confermate le licenze, le autorizzazioni e le concessioni se la posizione debitoria per quanto riguarda i tributi locali è superiore a 300 euro. Ed è questo il caso dell’ambulante in questione, che ha accumulato un insoluto pari a cinque volte questo limite.
Espulso dal mercato
Nel ricorso, il commerciante lamentava tra gli altri aspetti l’eccesso di potere, la violazione delle linee guida ministeriali e (non ultimo) addirittura il "trattamento discriminatorio" mantenuto nei suoi confronti. Peccato che il giudice, nella sentenza, abbia evidenziato come le doglianze siano "destituite di fondamento. Non emerge alcun elemento da cui desumere che il Comune abbia attuato una disparità di trattamento in danno del ricorrente, in quanto manca ogni sostegno probatorio - ha evidenziato il Tar - Il ricorrente ha avuto la possibilità di prendere parte al procedimento e di saldare i propri debiti, onde evitare il ritiro del titolo concessorio".
L'attività di controllo del Comune
L’ambulante lamentava la mancata notifica degli avvisi di "pre-sfratto". Peccato che questi siano stati inviati all’indirizzo di posta elettronica certificata riportato sulla visura camerale dell’azienda del ricorrente. Insomma, un buco nell’acqua, ma per l’ambulante moroso. Quest’ultimo non è l’unico che, in questi mesi, ha perso il posto al mercato dopo un’attività di controllo avviata dall’Amministrazione comunale.