parola agli esperti

Benessere psichico: si comincia da giovani. L'importanza della prevenzione

Lo staff del Dipartimento di Salute mentale: la prevenzione è fondamentale e il lavoro di rete permette di intercettare le situazioni di disagio psicologico e avviare il giusto percorso

Benessere psichico: si comincia da giovani. L'importanza della prevenzione
Pubblicato:

Appuntamento settimanale con la rubrica Gazzetta In salute. Parola agli esperti Silvia Carnevali, psicologa, Alessandra Ferrara, psichiatra. e al direttore del Dipartimento di Salute mentale e delle Dipendenze dell'Asst Melegnano Martesana FedericoDurbano.

Disturbi psichiatrici in giovane età

I dati della ricerca scientifica mostrano, senza alcun dubbio, che la maggior parte delle patologie psichiatriche inizia in età evolutiva (soprattutto nella fascia dell’adolescenza) e che gli interventi di trattamento sono tanto più efficaci quanto più sono precoci.

La realtà è che, ad oggi, solo una piccola parte dei disturbi psichiatrici nella fascia di età adolescenziale viene intercettata in tempi rapidi, creando un ritardo tra le prime manifestazioni e il trattamento vero di qualche anno. Questa situazione determina un elevato rischio di cronicizzazione e di riduzione dell’efficacia dei trattamenti. Si sono quindi resi necessari specifici progetti di intercettazione precoce.

Il Progetto giovani

Tra questi, il progetto "Prevenzione e Intervento precoce dei disturbi psichiatrici in età giovanile", comunemente denominato "Progetto Giovani" nasce nel dipartimento di Salute mentale e Dipendenze dell’Asst Melegnano e Martesana nel 2009, come programma di presa in carico individualizzata e intensiva di pazienti giovani affetti da patologie psichiatriche gravi all’esordio. Nel corso degli anni tale progetto ha subito trasformazioni e, ad oggi, tramite la collaborazione dei vari servizi che gravitano attorno alla salute mentale, intercetta gli stati mentali a rischio calibrando il tipo di intervento terapeutico-riabilitativo più consono per il paziente.

L’équipe, costituita da tante figure diverse, medici, psicologi, infermieri, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, assistenti sociali, lavora con un unico obiettivo: il benessere del giovane.
Il programma, nell’area della Martesana, è rivolto a ragazzi dai 18 ai 24 anni che si rivolgono al Cps di Gorgonzola, all’ambulatorio Psichiatrico di Pioltello e presso il Cps di Vaprio d’Adda, strutture psichiatriche territoriali della Uop 34 della Martesana.

L’accesso

L’invio dell’utente ai nostri servizi può avvenire da parte del medico di Medicina generale o da altri servizi che segnalano un disagio psicologico meritevole di inquadramento diagnostico. Differenziare il "disagio" (normale meccanismo di adattamento ad una condizione di stress) dalla "malattia" è un passaggio fondamentale: medicalizzare il disagio potrebbe essere pericoloso, in quanto inibirebbe un percorso di crescita e di maturazione che vede nel confronto con lo stress uno dei meccanismi fondamentali. Ma anche non riconoscere i prodromi di una malattia mascherati da una minimizzazione è altrettanto pericoloso.

La valutazione

La prima fase di valutazione, quindi, è spesso molto delicata, nell’assessment si raccolgono notizie anamnestiche, il racconto di sintomi e segni, da quanto tempo ci sono, come sono iniziati; spesso è necessario utilizzare test oltre ai colloqui clinici, per poter più efficacemente comprendere se siamo nel «disagio» o se stiamo entrando nella "malattia". Questa prima fase è intensiva e impegnativa, ma è importante proprio per individuare precocemente una condizione patologica su cui intervenire rapidamente per evitare una lunga fase di patologia non trattata con un esito non efficace in termini di guarigione o recupero funzionale.

La proposta di percorso terapeutico viene condivisa con l’utente e spesso con il nucleo familiare, in una sorta di «contratto di cura» che vede il giovane e i professionisti agire in sinergia con l’obiettivo di restituire il benessere del paziente.
Il lavoro con la popolazione giovanile risulta spesso difficile e non può prescindere dall’utilizzo di strumenti come la flessibilità, l’uso, o almeno la conoscenza, dello «slang» giovanile e dei contesti sociali in cui i giovani si muovono, e dalla capacità da parte del terapeuta di favorire un clima di fiducia e di alleanza.

Il progetto di cura

Il progetto di cura è in genere multidisciplinare, questo significa che le figure professionali sono diverse: medico psichiatra, psicologo, terapista della riabilitazione, assistente sociale. L’utilizzo delle diverse figure permette non solo il trattamento delle fragilità e dei sintomi ma anche il potenziamento delle risorse sane che spesso vicariano gli aspetti meno funzionali (un po' come succede quando andiamo in palestra).

Nel corso di questi 15 anni il Programma si è evoluto nella direzione indicata dalle linee guida per l’Early Intervention, cioè prevenzione e cura delle manifestazioni comportamentali di disagio giovanile, in particolare nella fascia di età 16-24 anni.

Il lavoro di rete

Per la riuscita del progetto è fondamentale una stretta collaborazione tra tutti i servizi del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze: oltre alla Psichiatria, la Neuropsichiatria infantile, i servizi per le dipendenze, ma anche il Consultorio adolescenti. A questa rete devono però afferire anche le scuole, i centri di aggregazione giovanile e i servizi sociali dei Comuni.

Questa rete di collaborazione ha permesso di intercettare gli stati mentali a rischio calibrando il tipo di intervento terapeutico-riabilitativo più consono per il paziente. I pazienti che aderiscono al progetto hanno dato forma, insieme alle operatrici, a un gruppo eterogeneo per sesso che, negli ultimi 6 anni, è riuscito a intercettare sul nostro territorio oltre 200 ragazzi, molti dei quali hanno condiviso percorsi di cura e partecipato a numerose attività, selezionando le proposte insieme agli operatori di riferimento e in linea con il proprio piano di trattamento, individualizzato, intensivo, condiviso con il paziente e con la sua rete famigliare. Negli ultimi anni l’ingaggio di figure professionali e di gruppi di pari, formati come co-terapeuti, ha permesso di ampliare la conoscenza e le modalità di trattamento di disturbi psichiatrici gravi coinvolgendo i familiari nel progetto di cura con interventi psicoeducativi finalizzati ad ottenere la maggior cooperazione possibile nel programma di cura, parimenti, il lavoro con le istituzioni e i coordinatori scolastici ha spesso permesso di portare a termine il percorso di studi, restituendo al paziente un concreto sostegno in termini di autostima e progettualità futura.

Quale sarà il futuro?

Creare un vero centro di riferimento per questa fascia giovanile, separato dai servizi "classici" per favorire un aggancio precoce, vicino ai giovani anche come modalità comunicative e di contatto, in collaborazione non solo con gli erogatori sanitari, ma anche con la ricca rete sociale (formale ed informale) che costituisce la comunità di vita di tutti noi.
Noi ci stiamo lavorando, ci crediamo, e vorremmo che anche la comunità possa supportare questa nuova evoluzione del servizio.

Seguici sui nostri canali