Fine del Ramadan, gli auguri della comunità pastorale della Divina Misericordia alle famiglie di musulmani
Il parroco don Matteo Galli ha trasmesso il messaggio dell'arcivescovo Mario Delpini, rinnovando il dialogo tra religioni
Dalla Caritas della comunità pastorale della Divina Misericordia di Bellinzago Lombardo, Cambiago e Gessate.
Fine del Ramadan, gli auguri della comunità pastorale della Divina Misericordia alle famiglie di musulmani
Il Parroco don Matteo Galli ha trasmesso alle famiglie di musulmani conosciute dalle Caritas di Gessate-Bellinzago e di Cambiago gli auguri che l’Arcivescovo Delpini ha fatto giungere in occasione della fine del Ramadan.
Il dialogo con queste famiglie è infatti molto aperto e avviato da tanti anni, soprattutto con quelle che hanno bambini e ragazzi che spesso partecipano assiduamente alla vita degli Oratori. In occasione di feste importanti, come è accaduto anche per l’ultima Pasqua e come è stato per Natale e negli anni scorsi, molto volentieri le famiglie musulmane hanno vissuto con piacere lo scambio di auguri nelle sedi delle due Caritas in cui avviene due volte alla settimana la distribuzione di generi alimentari.
Il messaggio di Delpini
Cari fratelli e sorelle musulmani, vi presento i migliori auguri – miei personali e di tutti i cristiani della Chiesa ambrosiana – per la prossima festa di ‘Id al-Fitr. Vi scrivo nel giorno in cui la Chiesa cattolica festeggia la Domenica di Pasqua nella Resurrezione del Signore Gesù, e ringrazio le comunità che mi hanno fatto giungere i loro auguri. In questo giorno si compie e si rivela tutto il significato del cammino di penitenza e preghiera che abbiamo vissuto per quaranta giorni, la Quaresima: un cammino voluto per togliere dalle nostre vite qualsiasi distrazione e concentrarci su Dio, sul suo disegno di salvezza per noi.
Come lo scorso anno, abbiamo condiviso gran parte di questo momento fondamentale della nostra fede con il vostro mese di Ramadan. Una circostanza temporale che è molto più di una semplice coincidenza. Ci siamo allenati insieme a rimettere al centro della storia Dio, ricordandoci che quando l’uomo estromette Dio dalla sua vita finisce per adorare le cose terrene, e che la vera religiosità è quella che adora Dio e ama il prossimo.
Stiamo vivendo tempi difficili: la pace è insidiata da guerre che sentiamo vicine e la violenza si insinua come un tentatore anche nei rapporti più quotidiani e familiari. È nostro compito, è compito delle religioni aiutare a discernere il bene e a metterlo in pratica con le opere, con la preghiera e con la fatica del lavoro interiore, per edificare la cultura dell’incontro e della pace, fatta di pazienza, comprensione, passi umili e concreti. Faccio mie le parole di papa Francesco: in questo tempo di conflitti, le religioni "siano albe di pace, semi di rinascita tra devastazioni di morte, echi di dialogo che risuonano instancabilmente, vie di incontro e di riconciliazione per arrivare anche là, dove i tentativi delle mediazioni ufficiali sembrano non sortire effetti".
Fratelli universali. Questo è il compito che come uomini di fede abbiamo dentro la storia, anche qui a Milano, proprio in questo periodo. Sono sicuro che gli incontri vissuti nelle terre ambrosiane tra le comunità cristiane e le comunità musulmane, generati proprio dal tempo di Quaresima e di Ramadan, ci hanno fatto crescere in questa esperienza di dialogo, che è prima di tutto un percorso spirituale, un cammino di conversione a Dio. Rendiamo grazie a Dio per questo cammino. In atteggiamento di preghiera e di stima, vi saluto.