Prima vittoria in Tribunale, bloccato lo sfratto del bar del centro sportivo di Brugherio
Il Tar ha concesso la sospensiva del provvedimento con il quale il Comune aveva ordinato la liberazione dei locali
Il primo round in Tribunale è stato vinto. Con buone possibilità che alla fine l’intera partita possa essere portata a casa.
La battaglia legale sul bar del centro sportivo
La società Mama’s, che ha in gestione il bar-punto ristoro del centro sportivo comunale di Brugherio, in via San Giovanni Bosco, aveva ricevuto dagli uffici di Villa Fiorita l’intimazione al rilascio del locale entro trenta giorni. Per il Municipio, la concessione partita nel 2018 (per 6 anni rinnovabili per altri 6) è andata a scadenza il 31 gennaio 2024. Da qui l’intimazione alla riconsegna delle chiavi del bar "a tutt’oggi occupato senza titolo", avevano sostenuto da piazza Cesare Battisti. In caso contrario, il Comune avrebbe proceduto con lo sgombero coatto.
Il ricorso contro l'ordine di sfratto
L’operatore a fine febbraio ha presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, impugnando con l’avvocato Laura Borella il pre-avviso di sfratto e chiedendo la sospensiva dell’ordine da parte di Villa Fiorita di liberare il locale. E giovedì 21 marzo 2024, al termine dell’udienza, il Tar ha bloccato l’iter, condannando l’ente a pagare le spese legali della controparte (1.000 euro, oltre accessori di legge). E' già stata fissata l'udienza durante la quale i giudici entreranno nel merito del ricorso: si terrà l'8 luglio 2024.
Le diverse interpretazioni
Il bando lanciato dalla passata Amministrazione Troiano prevedeva una concessione della durata di sei anni. Salvo una comunicazione esplicita da parte di Villa Fiorita un anno prima della scadenza, questa sarebbe stata prorogata per un periodo identico. E così è avvenuto.
Di diversa opinione l’Amministrazione guidata dal sindaco Roberto Assi, intenzionata a trovare un gestore unico per tutto il centro sportivo (bar e manutenzione del verde compresi) e per la quale il rinnovo tacito non sarebbe scattato. Questo per una particolare interpretazione della normativa, intendendo il bar come un bene facente parte del patrimonio indisponibile dell’ente.
La sentenza del Tar
Il Tar l’ha pensata in maniera opposta. Di fatto per i giudici si deve applicare quanto contenuto nella convenzione, nella quale appunto erano stati riportati i modi e i tempi dei rinnovi automatici. Tra l’altro in questi sei anni, epidemia Covid compresa, i canoni con valore di mercato sono stati regolarmente pagati e la società Mama’s non ha ottenuto prolungamenti della concessione, nonostante le restrizioni imposte dai vari Dpcm. Se avesse dovuto abbandonare i locali come sostenuto dal Municipio, il privato si sarebbe trovato costretto a continuare a pagare mutui e finanziamenti vari aperti per avviare l’attività anche dopo la cessazione della gestione. Sullo sfondo poi la necessità di lasciare a casa i dipendenti.
Non solo il centro sportivo
Quella del bar del centro sportivo è una vicenda del tutto identica nei contorni a quella del Masnada, il chiosco del Parco Increa. La cooperativa che lo ha in mano ha al momento già promosso un procedimento giudiziario aperto al Tribunale di Monza. Qui si inserisce anche una richiesta danni formulata dalla coop, per la lunga chiusura del parco a seguito dell’ondata di maltempo della scorsa estate e che ha provocato strascichi anche nei mesi successivi.
Visto il verdetto del Tar, l’Amministrazione tornerà sui suoi passi anche per quanto riguarda il Masnada? Di certo a breve rischierebbero di aprirsi altri fronti, incentrati sui due chioschi sempre di proprietà comunale che si trovano nel Parco di Villa Fiorita e nell’area verde di via Santa Caterina da Siena.