Terzo settore

Da tirocinante a direttrice: la onlus Aleimar sceglie competenza e continuità

Ilaria Ventura è stata nominata alla guida del sodalizio che da 40 anni si impegna per aiutare e sostenere i bambini nel mondo

Da tirocinante a direttrice: la onlus Aleimar sceglie competenza e continuità
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Intervista di Sofia Masatti

Un percorso di studi nell’ambito sociale, un forte senso di umanità e un viaggio che le ha rubato il cuore: Ilaria Ventura, è stata nominata nuova direttrice della onlus di Melzo Aleimar, che dal 1983 sostiene i diritti fondamentali dei bambini bisognosi di tutto il mondo.

La nuova direttrice di Aleimar

“Una scelta nel segno della continuità e della valorizzazione delle risorse interne”, come ha spiegato il presidente Sergio Sali che, insieme al Consiglio direttivo, non ha avuto dubbi su chi puntare per un incarico di responsabilità e di guida così importante e faticoso.  E la scelta è caduta su lei che, dal 2016, è una colonna dell'associazione impegnata nel sostegno ai bambini del mondo.

“Due elementi fondamentali hanno guidato la nostra scelta: le competenze e la passione che hanno sempre mosso Ilaria nei suoi anni di lavoro con noi – ha proseguito Sali – La nostra struttura sta crescendo e la figura del direttore è fondamentale per coordinare l’attività giornaliera e per proseguire in questo percorso di sviluppo. Con questa scelta valorizziamo una risorsa interna che si è sempre contraddistinta per le sue qualità e per l’attaccamento alla nostra realtà. Da parte mia e di tutto il Consiglio i migliori auguri per questa nuova avventura che ci vede fianco a fianco”.

Da tirocinante a direttrice

Come è iniziato il tuo percorso in Aleimar?

Ho iniziato a lavorare in Aleimar attraverso uno stage curricolare nel 2016, quando studiavo Management dei servizi sociali e della cooperazione internazionale. Dopo il tirocinio, ho deciso di incentrare la tesi su questa tematica, così sono partita per l’Africa, in Benin, per realizzare un progetto su sviluppo agricolo e empowerment femminile. Durante questo viaggio ho conosciuto e toccato con mano una realtà nuova e ne sono rimasta affascinata, così dopo la laurea ho iniziato un secondo stage extra curricolare, lavorando nell’ambito di progettazione e comunicazione dell’associazione, a cui è seguito un apprendistato in ufficio progetti. Dopo l’assunzione ufficiale, ho continuato a lavorare nell’area progettazione fino ad inizio marzo di quest’anno, quando sono stata nominata direttore dell’associazione.

La tua esperienza continua quindi nello stesso luogo in cui è iniziata: cosa hai trovato di speciale in Aleimar per creare un legame così forte con questa realtà?

Essendo stata la mia unica esperienza lavorativa, non so cosa si può trovare in altri contesti, al di fuori dell’associazione. Però so bene cosa c’è qui: una profonda eticità e un forte rispetto dei valori che l’associazione ha sposato sin dalla sua nascita. In questi anni ci sono state evoluzioni, riguardo il modo di cooperare, di raccogliere donazioni, di comunicare con i donatori, adattando l’operato dell’associazione ai cambiamenti inevitabili del mondo circostante, ma sempre e comunque nel rispetto del focus primario, che sono i minori. Chiunque lavori in Aleimar mantiene sempre saldo il valore dell’umanità e dell’eticità, e credo che sia questo l’elemento che ci caratterizza.

Come hai visto cambiare Aleimar in questi anni?

Essendo un’associazione di volontariato, quando sono entrata in Aleimar vi ho trovato persone che svolgevano diverse attività sul territorio, come banchetti e raccolte fondi. Questo elemento è rimasto, ma negli anni è stata aggiunta molta professionalità: l’ufficio si è strutturato, nelle modalità di intervento, di impostazione, di fare rete, si cerca sempre più di formare e accompagnare i volontari. Credo sia questo il cambiamento più significativo avvenuto negli ultimi anni, anche se non abbiamo ancora raggiunto un obiettivo finale, il nostro è un cammino in divenire, vogliamo continuare a migliorare e innovarci per poter rispondere in modo sempre più veloce ed efficace alle esigenze.

E come pensi cambierà Aleimar in futuro?

Mi auguro che Aleimar possa essere un treno in continua corsa, che continui a viaggiare su questi binari e ad una velocità sempre più alta, perché le richieste che arrivano sono sempre più numerose e le difficoltà non mancano, ma le risorse e le capacità per rispondervi al meglio ci sono. Nel futuro di Aleimar vedo un continuo rispetto dei valori che l’hanno fatta nascere, l’umiltà, l’autenticità che la contraddistingue, con uno sguardo rivolto all’innovazione proprio per poter agire in risposta alle esigenze di quanti più bambini possibili. Mi piacerebbe poi che l’associazione potesse aprirsi al mondo dei più giovani, soprattutto in termini di volontariato: vorrei che Aleimar diventasse un luogo in cui svolgere esperienze di vita e di volontariato solidale, magari attraverso una futura attivazione del servizio civile.

Quale pensi sia stato il tuo contributo dato in questi anni ad Aleimar?

Penso di aver dedicato tanto a questa associazione, ci ho creduto fin da subito. Mi sono trovata in situazioni in cui ho ricevuto, forse precocemente, alcune responsabilità, che però ho accolto e affrontato, per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo fissati. Le difficoltà ci sono state, ma ho un forte senso di responsabilità per Aleimar, mi rispecchio molto nei valori che porta avanti, cerco di mettere sempre a disposizione sia la mia professionalità che la mia umanità: per me non è solo un lavoro, è qualcosa che va ben oltre, è un luogo in cui mi sento a casa, al posto giusto.

Hai mai avuto ripensamenti sul tuo percorso?

Diciamo che non è stato sempre facile, ci sono stati momenti di difficoltà che mi hanno fatto porre delle domande riguardo la mia capacità di prendere in mano la situazione: mi sono chiesta se fossi la persona giusta a ricoprire un ruolo importante come quello di direttore, e alla fine mi sono risposta di sì. Continuerò però a ricoprire in parte quel ruolo di progettazione e di comunicazione da cui sono nata, che continua a piacermi e stimolarmi: la grande sfida sarà riuscire a trovare un equilibrio tra ciò che mi appassiona e il mio nuovo ruolo direttivo.

Dove immagini te stessa e il tuo lavoro tra qualche anno?

A essere sincera, non lo so. Quello di cui sono certa è che ora mi vedo qui, al posto giusto, e voglio godermi questa sensazione il più possibile. Ad oggi sento dentro me una spinta a dare sempre di più: quando sentirò che io e Aleimar ci saremo dati tutto ciò che abbiamo potuto, significherà forse che sarà il momento di cambiare, certa comunque che la passione e l’amore che provo per questa associazione rimarranno sempre, in ogni caso.

 

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