Champagne dall'Italia alla Francia, scoperto un giro di fatture false da far "ubriacare"
Sequestri per 220 milioni di euro e misure cautelari scattate per 6 persone
I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, nell’ambito di un’indagine relativa a una frode carosello nel settore del beverage, coordinata dalla Procura Europea, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 soggetti e un sequestro preventivo di oltre 220 milioni di Euro.
Champagne dall'Italia alla Francia, scoperto un giro di fatture false da far "ubriacare"
I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, coordinati dal locale Ufficio della Procura Europea, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano traendo in arresto 5 soggetti (di cui 3 in carcere, 2 ai domiciliari) e notificando l’obbligo di dimora ad un’ulteriore indagato. Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo di oltre 220 milioni di euro, pari al profitto dell’associazione di cui facevano parte e all’IVA complessivamente evasa.
L’indagine, nata dall’approfondimento su anomale vendite di ingenti partite di champagne dall’Italia alla Francia, ha portato all’individuazione di un vorticoso giro di fatture soggettivamente false che, dal 2015 al 2021, ha generato un fatturato di oltre 850 milioni di Euro, da cui deriva un’evasione di imposta sul valore aggiunto per circa 170 milioni di Euro.
Le investigazioni delle Fiamme Gialle, condotte attraverso l’analisi della documentazione acquisita presso diversi soggetti economici e riguardante operazioni di compravendita di grandi quantità di bevande alcoliche, hanno portato alla scoperta di una vera e propria filiera societaria fraudolenta che, sfruttando il meccanismo dell’IVA intracomunitaria, ha inserito nei circuiti commerciali legali prodotti a prezzi più bassi di quelli di mercato.
Il meccanismo prevedeva il passaggio simulato e ripetuto della medesima merce tra operatori commerciali nazionali e comunitari, agevolato dal coinvolgimento di una capillare rete di società ubicate in diversi paesi europei (Spagna, Portogallo, Bulgaria, Francia, Olanda, Slovacchia, Romania, Repubblica Ceca, Belgio e Ungheria) e Regno Unito.
Le false fatture transitavano da missing trader estere, cartiere nazionali e società filtro, fino a raggiungere nuovamente il primo soggetto, realizzando attraverso la cosiddetta “frode carosello chiusa” un’operazione non imponibile IVA e accrescendo il risparmio fiscale.
Coinvolte nella frode 43 aziende nazionali ed estere e 17 persone fisiche tra agenti di commercio, consulenti e gestori della contabilità e della logistica.
Sulla scorta dei riscontri probatori allo stato acquisiti, sono stati contestati i reati associazione per delinquere con l’aggravante della transnazionalità, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti in frode all’IVA comunitaria, appropriazione indebita nell’ambito societario, riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio dei proventi illeciti nonché le correlate violazioni al D.Lgs. 231/2001 per le società coinvolte.
All’esito delle attività di indagine, l’Autorità giudiziaria ha disposto, oltre al sequestro preventivo anche in forma per equivalente di beni per un totale superiore a 220 milioni di Euro, la misura cautelare personale in carcere per i 3 soggetti ideatori e promotori dell’associazione, una donna e due uomini italiani ma residenti all’estero, la misura degli arresti domiciliari per altre 2 persone, stretti collaboratori dei primi, nonché l’obbligo di dimora per uno dei principali beneficiari, facoltoso imprenditore italiano del settore delle bevande alcoliche.
L’esito dell’attività investigativa, svolta in stretta sinergia tra la Procura Europea e la Guardia di Finanza di Milano, testimonia l’impegno quotidianamente profuso a presidio della sicurezza e a tutela della legalità economico-finanziaria del Paese, con particolare riferimento al contrasto delle frodi I.V.A. transfrontaliere.