Intervista

"Montagna, vogliamo garantire le stesse opportunità ai suoi abitanti"

Tiziano Maffezzini, presidente Uncem Lombardia, spiega come valorizzare questi territori e renderli più attrattivi, anche per chi ci vuole vivere

"Montagna, vogliamo garantire le stesse opportunità ai suoi abitanti"
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La montagna non è il giardino delle città, ma è un luogo dove la gente può e deve poter vivere. Questo vuol dire dare alle comunità dei territori montani le stesse opportunità di quelle della pianura, con norme e risorse specifiche. “Lo ha detto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - e recentemente pure Papa Francesco - centrando i temi e le peculiarità della montagna. C’è coscienza sui suoi bisogni, ma servono risposte concrete. La pandemia ha reso più evidente il valore della natura e degli spazi aperti, ora c’è maggiore attenzione alla montagna, che ha un potenziale enorme”. Lo racconta Tiziano Maffezzini, presidente di Uncem Lombardia.

Maffezzini: "Montagna, vogliamo garantire le stesse opportunità ai suoi abitanti"

L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani è un’associazione che ha l’obiettivo di promuovere, valorizzare, dare vitalità e garantire sviluppo ai territori montani. E il presidente Maffezzini aggiunge: “Noi cerchiamo di essere il sindacato della montagna. Punto di partenza è l’articolo 44 della Costituzione: già i costituenti avevano ravvisato la necessità che i legislatori disponessero provvedimenti a favore dei territori montani in quanto più deboli, emarginati e con maggiori necessità di sviluppo, affinché potessero essere intrapresi percorsi di crescita”.

Tiziano Maffezzini

In questo momento si sta lavorando a una nuova legge sulla montagna: cosa ne pensate?

“Da tempo chiedevamo un provvedimento legislativo legato espressamente alla montagna, perché le nostre specificità richiedono provvedimenti ad hoc: fare impresa in montagna, garantire i servizi sanitari, scuola e mobilità, è diverso, costa di più. Questo provvedimento va in questa direzione: garantire opportunità, superare i divari, per chi ci abita e ci lavora”.

Quali altre azioni vi aspettate dallo Stato per aiutare la montagna?

“Il nostro auspicio è che il 2024 veda anche l’attuazione di altri due importanti provvedimenti. Uno è quello sull’idroelettrico: l’acqua è una grande risorsa per la montagna, il suo sfruttamento deve garantire maggiori ristorni economici al territorio. Il rinnovo delle concessioni porterà più risorse che consentiranno agli enti locali azioni più efficaci per rispondere alle necessità”.

E l’altro provvedimento che aspettate?

“L’autonomia differenziata. Quando troverà piena attuazione e definita la sua declinazione sui territori, potranno essere definite forme di governo di prossimità. Abbiamo l’esempio delle Province autonome: sappiamo che sono importanti le risorse ma ancor più poter compiere autonomamente le scelte più adeguate per rispondere ai bisogni ed essere più vicini al territorio. Questo richiede anche un maggior senso di responsabilità da parte degli amministratori locali”.

Maffezzini con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Un problema della montagna è lo spopolamento?

“Valorizzare il territorio vuol dire anche combattere lo spopolamento della montagna, caratterizzata da una denatalità più evidente rispetto alla pianura; ci si sposta sempre più verso il fondo valle, abbandonando i nuclei posti alle quote più elevate, alla ricerca di comodità e servizi. Lo spopolamento significa abbandono e assenza di presidio del territorio: meno gente c’è, meno attività ci saranno e minore sarà la tutela. Ad essere posto in discussione è anche il senso di comunità e di appartenenza che da sempre ha caratterizzato i paesi di montagna. Occorrono servizi e opportunità di lavoro per invertire questa pericolosa tendenza”.

Tra i servizi, c’è anche la connettività?

“Quello delle linee digitali è un tema molto importante. Le distanze possono essere accorciate, nuove professionalità possono sorgere, le aziende possono delocalizzare parte delle proprie attività ma servono connessioni e infrastrutture tecnologiche. Abbiamo ancora tante zone scoperte dalla banda ultra larga, necessaria per l’economia, per l’istruzione e per la telemedicina, ma siamo molto in ritardo. Nonostante il Pnrr”.

A proposito di Piano nazionale di ripresa e resilienza, ci sono ricadute positive?

“Ci sono stati una serie di azioni utili, come per il rinnovamento delle scuole e dei borghi. Ma purtroppo, così come è stato strutturato, non ha consentito di fare programmazione di insieme, con uno sguardo di contesto e di territorio. Ciascuno ha dovuto operare autonomamente”.

A Milano lo scorso 20 novembre si è svolto un importante evento dedicato alla montagna lombarda.

“Sì, la montagna è stata messa al centro e portata in città, due mondi e due modelli che devono convivere e dialogare, integrandosi in un rapporto alla pari, non di sudditanza. L’aria e l’acqua della montagna rappresentato una risorsa importante per la città. La montagna è un laboratorio vivace, pensiamo alle green community, attiva da alcuni anni, per dare vita a iniziative legate alla sostenibilità ambientale utilizzando le risorse in modo compatibile e responsabile”.

Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 sono una bella occasione anche per voi?

“Crediamo che le Olimpiadi non debbano essere legate solo ai luoghi dove si svolgono gli eventi, ma coinvolgere la montagna nella sua interezza. L’immagine che dove essere promossa in occasione delle Olimpiadi è quella di un territorio che offre ospitalità, servizi e opportunità turistiche di qualità: non è solo neve ma molto altro, dalla natura all’enogastronomia, dalla cultura allo sport, dall’ambiente al paesaggio, unici. Stiamo lavorando perché il messaggio sia questo, ma sarà importante fare rete e ragionare come territorio”.

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