sanità

La sede della Casa di comunità di Cernusco sul Naviglio nell'ospedale Uboldo forse non sarà provvisoria (come avrebbe dovuto essere)

Difficilmente la regione finanzierà il progetto di costruzione di un nuovo edificio. Intanto si apre il dibattito sull'utilizzo della ex palazzina Asl di via Turati (che è del Comune)

La sede della Casa di comunità di Cernusco sul Naviglio nell'ospedale Uboldo forse non sarà provvisoria (come avrebbe dovuto essere)
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La Casa di comunità (provvisoria) di  Cernusco sul Naviglio con tutta probabilità non si muoverà dai locali dove è stata inaugurata, ossia nella parte est dell’ospedale Uboldo. Il servizio è stato inaugurato a fine novembre.

Doveva essere una sede provvisoria

Non sarebbe del resto l'unico caso in cui qualcosa che doveva essere provvisorio diventa definitivo. La Casa di Comunità è entrata in funzione a fine ottobre nei locali dell’ex-Ferb, a fianco dell’Ospedale Uboldo. Ma non avrebbe dovuto essere quella la sua sede definitiva.

Quest'ultima dovrebbe essere costruita in un'area già individuata a nord-est della città, attualmente prova di edificazione, vicina al polo scolastico di via Goldoni. Ma difficilmente ciò accadrà.

"Difficile che la Regione la finanzi"

Ad ammettere che è ben difficile prevedere un destino diverso è stata in uno degli ultimi Consigli comunali l’assessora ai Servizi sociali Giorgia Carenzi.

Il progetto (quello di realizzare un nuovo edificio per la Cdc in città, ndr) risulta tra quelli ammessi dalla Regione, ma non finanziati. Continua a risultare tale, quindi nei documenti di programmazione andiamo avanti a inserirlo. Sinceramente, però, penso che sia difficile che in futuro Palazzo Lombardia stanzi delle risorse per realizzarlo.

Una eventualità che alle minoranze non è per nulla sgradita.

La palazzina ex Asl di via Turati

L’apertura della Cdc ha però di fatto svuotato di servizi al cittadino l'edificio comunale di via Turati, ex sede dell’allora Asl.

Giordano Marchetti, capogruppo della lista di minoranza Vivere Cernusco, ha così proposto lo sfratto ad Ast (l’Azienda a tutela della salute) e Asst (l’Azienda ospedaliera) che lo utilizzano (in particolare la prima) per i propri uffici.

Attualmente i due enti utilizzano l’immobile in comodato d’uso gratuito. Ma se prima potevano esserci delle ragioni, i servizi erogati ai cittadini, ora non ce ne sono più. Non capisco perché da parte dell’Amministrazione ci sia ritrosia nel mandare una letterina in cui si chiede alle due Direzioni di avviare un tavolo di confronto per concordare una convenzione diversa, che preveda il versamento di un affitto. Altrimenti vanno sfrattate. Anche per la Caserma dei Carabinieri viene pagato un affitto, perché qui no?

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