Il vademecum

Sindaca, ingegnera e consigliera: le regole di Città metropolitana per rispettare il genere

Le indicazioni per la comunicazione (interna ed esterna) a disposizione di tutti gli enti locali

Sindaca, ingegnera e consigliera: le regole di Città metropolitana per rispettare il genere
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"Le parole fanno la differenza e la Pubblica amministrazione deve dare l’esempio". Da questa constatazione la Città metropolitana di Milano è partita per adottare le linee guida per un linguaggio amministrativo rispettoso del genere. Spazio quindi a sindaca, ingegnera, la dirigente e le cittadine. Un vademecum, a disposizione di tutti enti locali, che è stato presentato oggi, lunedì 23 ottobre 2023, a Palazzo Isimbardi.

Il vademecum per rispettare le differenze di genere

A mettere nero su bianco il vademecum è stato il Comitato unico di garanzia, con l’immediato e convinto via libera del direttore e segretario generale Antonio Sebastiano Purcaro, oltre che dei vertici politici dell’ente.

Nella sala consigliare di Città metropolitana è andato in scena un importante momento di condivisione delle linee guida, già approvate in estate, per dare il via "a un percorso di consapevolezza che esca dai confini dell’ente e coinvolga tutto il territorio di riferimento (e non solo)", hanno proseguito dall'ex Provincia. All’evento, aperto in primis come momento formativo per il personale dell’ente, hanno preso parte anche esponenti dei Cug territoriali e dei Comuni per condividere un percorso anche di crescita e collaborazione.

A fare gli onori di casa il vicesindaco Francesco Vassallo, il segretario e direttore generale Antonio Sebastiano Purcaro e la consigliera delegata alle Politiche del Lavoro, Politiche Sociali, Pari opportunità Diana De Marchi. Tra i relatori, la consigliera di parità Barbara Peres, i direttori Alberto Di Cataldo (Dipartimento risorse umane e organizzazione) e Federico Ottolenghi (Politiche del lavoro e Welfare metropolitano), Ester Greco (coordinatrice Pari opportunità e politiche di genere per Uil Lombardia e Milano – anche Cgil e Cisl), Alexa Pantanella (fondatrice Diversity and inclusion speaking) e Giovanna Pensabene (Cug della Città metropolitana di Milano). Da remoto era collegata anche una funzionaria del Dipartimento della Funzione pubblica, delegata direttamente dal Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. A moderare Donatella Mostacchi, presidente del Cug.

Perché la necessità di queste linee guida?

Lo Statuto della Città metropolitana di Milano, all'articolo 4, recita: "La Città metropolitana riconosce, valorizza e garantisce condizioni di pari opportunità tra donne e uomini, in ogni campo, adottando programmi, azioni positive e iniziative, garantendo pari rappresentanza di entrambi i generi in tutti i propri organi e strutture amministrative, nonché negli organi collegiali degli enti, delle aziende e delle istituzioni da essa dipendenti". L’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile tra i 17 obiettivi ha il goal 5 che è la parità di genere. Questi principi definiscono da sempre le strategie dell’ente e la sua organizzazione.

"Non si tratta quindi di un progetto a sé stante, ma di un'azione positiva che si aggiunge a quelle già attuate da Città metropolitana - hanno evidenziato da Palazzo Isimbardi - Nell’ente le donne sono stabilmente il 57% del totale del personale dipendente, il 40% della dirigenza, il 60% delle posizioni organizzative (middle management)".

Da qui l'indispensabile necessità di intervenire sul linguaggio amministrativo, "rendendolo rispettoso delle differenze di genere, contrastando, come Pubblica amministrazione, la discriminazione, gli stereotipi e pregiudizi che un linguaggio non corretto veicola - hanno proseguito dall'ente - L’obiettivo è quindi ridurre gli ostacoli all’affermazione concreta delle pari opportunità tra i generi: le parole, infatti, concorrono a formare le identità individuali e collettive; sono un potente mezzo per l’affermazione del sé e per la piena affermazione dei diritti. La scelta delle parole che includono la totalità delle persone può essere considerata un tassello fondamentale nel ridisegno dei servizi alla cittadinanza sia in termini di sportelli fisici, sia online. Le linee guida disciplineranno, quindi, sia il linguaggio usato internamente, sia la comunicazione verso l’esterno. L’obiettivo è riconoscere sempre di più le molte professioniste che lavorano per la Pubblica amministrazione, oltre che accogliere in maniera inclusiva neoassunti e neoassunte, ma anche usare la comunicazione verso l’esterno come veicolo di uguaglianza e parità senza escludere nessuno. Per questo l’auspicio è che le linee guida della Città metropolitana di Milano diventino un utile strumento al servizio di tutte le Pubbliche amministrazioni: uno spunto di riflessione e anche una traccia aperta su cui intervenire: presto sarà messo a disposizione un toolkit per tutti gli enti che vorranno implementare questa azione positiva avviata dalla Città metropolitana di Milano. La condivisione renderà il lavoro svolto fin qui più efficace".

"Spero che diventi un patrimonio di tutti"

"Queste linee guida sono uno strumento di lavoro che ci guida e guiderà nel ripensare al linguaggio come mezzo efficace e potente per realizzare una società più equa e inclusiva, a partire dal lavoro che svolgiamo tutti i giorni come amministratori e amministratrici e come personale che lavora nella Pubblica amministrazione - ha sottolineato il vicesindaco metropolitano - Vogliamo, come istituzione, che nei nostri enti si realizzino luoghi di benessere organizzativo anche in vista delle assunzioni di tanti e tante giovani che parteciperanno alle selezioni dei prossimi mesi. Un grazie particolare a tutte e tutti coloro che, a vario titolo, hanno favorito e concretizzato questo grande lavoro della Città metropolitana di Milano, che, auspico davvero, diventi presto un patrimonio condiviso del territorio".

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