giudiziaria

Corruzione a funzionari pubblici, a dicembre il processo che coinvolge anche l'ex responsabile dell'Ufficio tecnico di Pessano

Nel mese di maggio 2022 erano stati 5 in tutto gli indagati raggiunti da misura restrittiva con accuse di corruzione, turbativa d’asta, e falso

Corruzione a funzionari pubblici, a dicembre il processo che coinvolge anche l'ex responsabile dell'Ufficio tecnico di Pessano
Pubblicato:

Entra nel vivo a dicembre il processo a Francesco Tallarita, l’imprenditore veranese travolto da uno scandalo corruzione per appalti relativi al verde pubblico in vari comuni della provincia di Monza (ente che si è costituito parte civile). Alla sbarra anche Angela Galbiati, cittadina biassonese, funzionaria dell'ufficio Lavori pubblici del comune di Pessano con Bornago.

Entra nel vivo a dicembre il processo a Francesco Tallarita

All’udienza terminata lunedì pomeriggio, il gup di Monza ha accolto il rito abbreviato per sette imputati, che vanno ad aggiungersi alle altrettante richieste di patteggiamento. Tra queste, come già emerso a luglio, c’è il possibile patteggiamento a quattro anni proprio di Tallarita.

Dopo le eccezioni preliminari di uno dei legali, il gup Francesca Bianchetti ha rinviato il processo ai primi di dicembre.

Cinque in tutto gli indagati

Nel mese di maggio 2022 erano stati 5 in tutto gli indagati raggiunti da misura restrittiva con accuse di corruzione, turbativa d’asta, e falso (tutti agli arresti domiciliari). Oltre al veranese Tallarita, anche Francesco Bonasera, residente a Bovisio Masciago, in servizio all'ufficio tecnico di Desio; Angela Galbiati, cittadina biassonese, funzionaria dell'ufficio Lavori pubblici del comune di Pessano con Bornago, il caratese Giovanni Mancini, capo del Settore gestione territorio presso l'amministrazione di Biassono, e Stefano Buccino, architetto milanese, dipendente presso la Provincia di Monza e Brianza.

Uno «spaccato criminale allarmante e inquietante»

Uno «spaccato criminale allarmante e inquietante» secondo gli inquirenti, quello emerso dall’inchiesta su Tallarita, incensurato, il quale, secondo l'accusa, ha creato una rete di contatti grazie alla quale riusciva ad accaparrarsi molti appalti di piccola o media rilevanza (totale stimato due milioni e mezzo di euro, per un profitto illecito di circa 260mila euro: l’equivalente della somma che gli era stata sequestrata in primavera) attraverso tre società a lui riferibili, utilizzate a turno per aggirare il principio di rotazione di affidamenti. Tecnici e funzionari «stabilmente asserviti» agli interessi del privato. Fatti contestati avvenuti nei comuni di Biassono, Desio, o presso gli uffici della Provincia di Monza, di Brianzacque L’indagine nasce alla fine del 2019, a seguito della denuncia di sindaca e vicesindaca di Macherio, dopo un presunto tentativo di corruzione da parte di Tallarita a un pubblico ufficiale di quel comune.

Seguici sui nostri canali