Niente cittadinanza italiana a un imprenditore, il giudice: "Ha commesso troppi reati"
La vicenda del titolare extracomunitario di Cologno Monzese di un'impresa edile che ha fatto causa allo Stato (perdendo)
La sua richiesta per l'ottenimento della cittadinanza italiana era stata rifiutata. Così un imprenditore edile di Cologno Monzese di origini extracomunitarie ha deciso di portare in Tribunale il ministero dell'Interno. Il tutto nel tentativo di ribaltare la decisione, ma invano, perché il suo ricorso è stato respinto ed è stato condannato a pagare le spese legali al Viminale.
La causa al Tar del Lazio dopo il "no" alla cittadinanza
Il giudici del Tar del Lazio hanno di fatto confermato la scelta presa dal ministero. La cittadinanza italiana può non essere concessa. Non c’è alcun dovere in tal senso da parte dello Stato, soprattutto se il richiedente ha una sfilza di precedenti penali alle spalle, anche se risalenti indietro nel tempo. Ed è questo il caso dell'imprenditore al centro della vicenda.
Il lungo elenco di reati commessi dall'imprenditore
L'elenco di guai penali per lui è lunga: porto abusivo di armi, violazione delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, guida di un veicolo senza aver conseguito la patente (in questo caso è stato pizzicato due volte), omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali e falsità materiale commessa dal privato in certificati.
L'avvocato: "E' ben integrato". Di ben altro avviso il giudice
L'avvocato dell'imprenditore nel ricorso aveva evidenziato come il suo assistito sia "ben integrato nel tessuto nazionale". Di ben altro avviso il Tribunale amministrativo regionale della Capitale. Lo si capisce bene dalle parole inserite nella sentenza:
"L’acquisizione dello status di cittadino italiano per naturalizzazione è oggetto di un provvedimento di concessione che presuppone l’esplicarsi di un’ampissima discrezionalità in capo all’Amministrazione. La cittadinanza 'può' e non 'deve' essere concessa. L’interesse a ottenere la cittadinanza deve necessariamente coniugarsi con l’interesse pubblico a inserire lo stesso a pieno titolo nella comunità nazionale. L’Amministrazione statale ha il compito di verificare che nel soggetto istante risiedano e si concentrino le qualità ritenute necessarie per ottenere la cittadinanza, quali l’assenza di precedenti penali, la sussistenza di redditi sufficienti a sostenersi, una condotta di vita che esprime integrazione sociale e rispetto dei valori di convivenza civile".
E a pesare è stato soprattutto il mancato rispetto della normativa contro gli infortuni sul lavoro, al centro di una piaga (quella delle morti bianche) che purtroppo sembra non conoscere fine.
Il servizio nell'edizione della Gazzetta della Martesana in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 30 settembre 2023.