Dodici anni di lotta legale per ottenere un diritto, quello all'assistenza
E’ una storia, o meglio, un calvario legale, che inizia nel 2012, quello della famiglia Guarnaccia
Dodici anni, migliaia di euro versati, diversi esposti e tanta sofferenza. Tutto per far valere un solo diritto, quello all’assistenza. E’ una storia, o meglio, un calvario legale, che inizia nel 2012, quello della famiglia Guarnaccia di Vignate, composta da mamma, papà e due figli, uno dei quali disabile al 100%.
Dodici anni di lotta legale per ottenere un diritto
Isabella è nata affetta da tetraplegia spastica: non è autosufficiente praticamente in niente, tanto d’aver bisogno di un’assistenza ad personam 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Dopo la perdita della madre, infatti, il fratello Salvatore e il padre, hanno optato per inserire la parente in una comunità, il Css di Melzo, con tanto di doppia presenza al Centro diurno disabili: sarebbe rimasta vicino a casa, con la possibilità di vedere ogni giorno i propri parenti e rimanere con gli amici di una vita, quelli del Cdd, che già frequentava da anni.
Operazioni doverose, quelle del suo trasferimento, interamente volte al suo benessere, come ha confermato la famiglia. E alle spese, di circa 4mila euro mensili, come da diritto, avrebbero dovuto pensarci Comune, versando il 30%, e Regione Lombardia, che avrebbe dovuto contribuire con il 70%, tutto calcolato in base all’Isee della disabile.
Sarebbe dovuto filare tutto liscio, i rallentamenti sarebbero potuti essere al massimo di carattere burocratico. Ma non è andata così.
Dodici anni dopo però, dal Tar, giustizia è fatta e il Comune dovrà pagare.
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