Uccise la madre a Cologno Monzese, assolto per infermità mentale
Daniel Gandolfo dovrà trascorrere almeno dieci anni in una struttura psichiatrica
Completamente infermo di mente e incapace di essere sottoposto a processo. Questo era stato l’esito della perizia psichiatrica disposta dagli inquirenti della Procura di Monza sul 29enne Daniel Gandolfo, arrestato dai Carabinieri per l’omicidio della madre Begoña Gancedo avvenuto a Cologno Monzese nel marzo del 2022 nella loro casa popolare di via Bergamo 7. Ieri, mercoledì 27 settembre 2023, è stato assolto per incapacità totale di mente.
L'omicidio avvenne a Cologno nel marzo dello scorso anno
Il 29enne era stato fermato nella serata del 22 marzo 2022 dai militari della Compagnia di Sesto San Giovanni per il reato di omicidio volontario aggravato. Celibe, commesso di un supermercato cittadino e incensurato, attorno alle 4.30 del mattino dello stesso giorno, al culmine di una violenta discussione scoppiata tra le mura domestiche, aveva ucciso, procurandole profonde ferite da arma da taglio al torace, la madre 60enne.
La vittima lavorava in biblioteca
La donna, di origini spagnole, ma di cittadinanza italiana, era dipendente del Comune di Cologno, dove lavorava presso la biblioteca civica. Alcuni vicini, spaventati dalle urla provenienti dall’appartamento, avevano lanciato l’allarme allertando il 112. Giunti sul posto, i sanitari avevano constatato il decesso della donna, mentre i militari avevano immediatamente posto in sicurezza il figlio, in evidente stato di shock, e avevano fornito assistenza alle due sorelle del ragazzo, gemelle di 24 anni, entrambe con sindrome di Down.
L'incapacità di intendere e di volere
Gli esami del sangue che erano stati disposti ed eseguiti in ospedale subito dopo il fermo di Gandolfo avevano fatto emergere come l'allora 28enne, la mattina dell’omicidio della madre, non fosse sotto l’effetto di stupefacenti. Tuttavia i test avevano riscontrato un elevato tasso alcolemico, che mescolato ai farmaci di cui faceva uso (tranquillanti, anche se non era mai stato ufficialmente diagnosticato prima alcun disturbo mentale) avrebbe concorso all’esplosione di violenza omicida.
Disposto il trasferimento in una Rems
Il giovane, all’esito di una prima valutazione psichiatrica, era stato trattenuto inizialmente all’ospedale di Sesto San Giovanni, e poi condotto in carcere. Ospite di una comunità psichiatrica, il giudice ha disposto ora per lui il trasferimento in una Rems, acronimo che sta per residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Si tratta delle strutture che sono andate a sostituire i manicomi criminali. Dovrà rimanerci per almeno dieci anni.
Cosa avvenne nei giorni precedenti il delitto
Fino al giorno in cui si è consumata la tragedia, Gandolfo non era considerato un pericolo per sé e gli altri. La riprova arriva dal fatto che domenica 20 marzo 2022 era finito in ospedale, pare per uno stato di ansia e agitazione. Venne però subito dimesso, senza aver riscontrato da parte dei medici la necessità di sottoporlo a cure o procedure specifiche. Lunedì 21 marzo un altro episodio che, col senno di poi, potrebbe aver rappresentato un campanello d’allarme: la lite con un postino, nel cortile del complesso di via Bergamo, con la madre che scese in strada per cercare di tranquillizzarlo e l’intervento del 118. Che il figlio stesse attraversando un momento delicato lo conferma il fatto che Gancedo chiamò in Comune per dire che il giorno successivo non sarebbe andata al lavoro in biblioteca. "Devo stare vicina a Daniel", disse. Poche ore dopo la lite e l’omicidio.