Altre macchine di gay nel mirino a Cassano
Ennesimo episodio contro un residente della Bergamasca che era andato alla spiaggetta di Cascine con un amico e ha trovato l’automobile rovinata
Nuovi attacchi omofobi a Cascine San Pietro, frazione di Cassano d'Adda. I visitatori della comunità Lgbtqia+ che arrivano per trascorrere qualche ora alla spiaggetta, trovano ormai sistematicamente danni alle proprie vetture parcheggiate in zona.
Omofobia a Cascine San Pietro
Si tratta di atti vandalici mirati, che colpiscono auto su cui si vede la bandiera arcobaleno. Ma anche i mezzi che non hanno simboli evidenti vengono presi di mira e vandalizzati. Più o meno tutti, infatti, sanno che quell’area è naturista e frequentata da persone non eterosessuali.
Un chiaro segnale di odio e intolleranza che, si sospetta, provenga proprio da chi abita in zona. Per le vittime, infatti, difficilmente qualcuno si apposterebbe lì provenendo da altre città.
L’ennesimo episodio è capitato a un 43enne della Bergamasca. Sul cofano della sua auto (come già avvenuto ad altri) è stata incisa la parola "gay". Ed è stata tanta la rabbia quando ha visto la scritta:
Era la prima volta che andavo lì per fare un bagno nel fiume insieme a un amico, ma non ci tornerò mai più. Mentre ero alla spiaggetta ho sentito altre persone che raccontavano di aver subìto atti vandalici, dai finestrini rotti alle moto buttate a terra. Quando sono tornato alla macchina, sulla quale c’era la bandiera arcobaleno, ho visto che anche quella davanti alla mia aveva la stessa incisione.
Il padre del 43enne gli ha fatto riparare l’auto, come ha raccontato l'uomo:
Ha voluto pagare lui dicendo che nessuno può offendere suo figlio. Quando ho visto la scritta, in effetti, mi sono sentito oltraggiato e arrabbiato, poi è rimasta l’amarezza di un atto codardo, commesso solo per dimostrare disprezzo nei confronti di chi fa parte della comunità Lgbtqia+. Ho vissuto diversi anni all’estero e in Spagna o in Germania queste cose sarebbero impensabili. Tornato in Italia mi sono sentito trasportato indietro all’Ottocento. Noi omosessuali abbiamo combattuto per i nostri diritti, ma non può essere tutto una battaglia. E se diventa una fatica anche andare al fiume, ci rinuncio.