La grandine mette in ginocchio gli agricoltori: "In 60 anni mai visto una cosa del genere"
Desolante la testimonianza di Cesare Mascheroni da Melzo e di Maria Antonia Ceriani da Truccazzano
Nelle città dell'Adda Martesana continua la conta dei danni per gli effetti del maltempo che venerdì 21 luglio 2023 ha colpito il territorio. Vento, pioggia, ma soprattutto la grandine ha messo in ginocchio gli agricoltori. Unanime il pensiero: non si era mai vista una devastazione simile.
Agricoltori dell'Adda Martesana in ginocchio
Raccolti devastati, tetti scoperchiati e piante sradicate per effetto delle trombe d’aria e delle violente grandinate che si sono abbattute sul Milanese nella serata venerdì: è questo l’esito del primo monitoraggio dei danni del maltempo effettuato dai tecnici della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza sul territorio.
Nell’area metropolitana i chicchi di ghiaccio uniti a vortici di forte vento hanno colpito un’ampia fascia di Comuni tra la periferia est del capoluogo lombardo e i confini con la Bassa bergamasca. Completamente distrutte le coltivazioni in campo, dal mais pronto per essere raccolto alla soia. Secondo le prime stime le tempeste di ghiaccio hanno flagellato centinaia di ettari oltre a scoperchiare i tetti delle cascine, delle stalle e dei capannoni.
"Mai vista una cosa simile in 60 anni"
La grandine ha investito un’intera fascia di comuni tritando ogni cosa, tetti delle cascine e dei capannoni compresi. In altre occasioni se la tempesta si portava via il foraggio potevi rivolgerti al vicino che non era stato coinvolto, ma stavolta a vari livelli sono stati più o meno coinvolti tutti. Con le Amministrazioni locali e le istituzioni come Coldiretti stiamo valutando la richiesta urgente di calamità naturale per far fronte ai danni ingenti subiti.
ha confermato Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza.
Io in 60 anni non avevo mai visto niente del genere. Qui intorno è un vero disastro: nei campi non si è salvato nulla. Quest’anno avevo deciso di non coltivare riso e ho puntato sulla soia: non ne è rimasta in piedi nemmeno una pianta.
ha commentato Cesare Mascheroni, agricoltore storico di Melzo. Desolante anche il resoconto della collega truccazzanese Maria Antonia Ceriani, che gestisce un’azienda agricola con agriturismo e fattoria didattica a Truccazzano.
Grandine e vento forte sono durati forse una quindicina di minuti. La tempesta ha scoperchiato il tetto della stalla e ha sradicato piante secolari e da frutta. Il mais è tutto a terra e il labirinto di girasoli che avevo realizzato per i bambini non esiste più.
La grandine incubo per gli agricoltori
La grandine è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo. Un fenomeno che, ha precisato Coldiretti Monza e Brianza, si ripete sempre con maggiore frequenza. Ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne italiane che nel 2023 supereranno complessivamente 6 miliardi dello scorso anno.