Treno Andria-Corato, due condanne e 14 assoluzioni per la strage in cui morì la nonna di Pioltello
Emessa la sentenza di primo grado dalla Corte d'Assise di Trani. Donata Pepe aveva 62 anni. Facendo scudo con il suo corpo salvò il nipote di 6 anni, di Liscate
All'inizio erano stati rinviati a giudizio in 18 (17 persone e una società). Ieri, giovedì 15 giugno 2023, la Corte d'Assise del Tribunale di Trani ha emesso due condanne e 14 assoluzioni per l'incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 e nel quale morirono 23 persone, tra cui Donata Pepe, di 62 anni, di Pioltello.
Scontro tra treni
Tra Andria e Corato quel maledetto giorno due treni si scontrarono nella monorotaia tra Andria e Corato in Puglia. Morirono 23 persone e 51 rimasero ferite. Donata Pepe era salita sul convoglio con il nipote di 6 anni. Stava per fare rientro in Lombardia dopo aver trascorso alcune settimane di vacanza nella loro casa al mare a Terlizzi, in provincia di Bari.
A Barletta li attendeva la coincidenza che li avrebbe riportati a Milano, quindi a Liscate dove ad attendere il piccolo c’erano mamma e papà. Il capostazione alzò la paletta verde e il treno partì.
Ma lo stesso fece un convoglio in direzione opposta. A metà strada i due treni si trovarono uno di fronte all'altro. Il tentativo di frenata fu disperato ma purtroppo inutile. L’impatto fu devastante. Il bambino era sulle ginocchia della nonna quando avvenne lo scontro.
Tra i sopravvissuti c'era proprio quel piccolo, che la Donata Pepe aveva protetto facendo scudo con il proprio corpo a scapito della propria vita.
Un lungo processo
Il 28 marzo 2019 è iniziato il processo di primo grado presso il Tribunale di Trani. La Corte ha condannato il capostazione di Andria, Vito Piccarreta (6 anni e 6 mesi), e il capotreno, Nicola Lorizzo (7 anni). Assolti tutti gli altri imputati compresa Ferrotramviaria, lazienda che gestisce la tratta.
La sentenza è stata accolta con rabbia e sconforto dai familiari delle vittime.