Emergenza casa: Milano e Hinterland uniti per affitti a canone calmierato
Un incontro per discutere soluzioni per combattere l'impennata dei costi per la locazione e rendere più attrattiva e competitiva sul tema la Città metropolitana
E' stato presentato oggi, lunedì 22 maggio 2025, presso la sede di Città metropolitana la proposta del Comune di Milano di varare un canone concordato metropolitano che dal capoluogo si estenda in maniera sinergica a tutta la città della ex Provincia di Milano. Un progetto che mira a rispondere in particolare alle difficoltà manifestate dagli studenti fuori sede e dai lavoratori che cercano soluzioni abitative dentro e fuori la metropoli meneghina.
Emergenza case la proposta di Maran
A presentare il documento nella sala del Consiglio metropolitano è stato l'assessore alla Casa di Milano Pierfrancesco Maran nell'ambito di un incontro esteso ai sindacati degli inquilini, alle associazioni di categoria, ai consorzi di proprietari e costruttori, ma soprattutto ai rappresentanti degli studenti e alle pubbliche amministrazioni della Città metropolitana. Una nutrita e variegata platea che ha ascoltato la presentazione del progetto proposto da Milano che si basa sulla possibilità di estendere il canone concordato per l'affitto dal capoluogo verso tutte le cerchie metropolitane.
Canone concordato: di cosa si tratta
Il canone concordato è una misura prevista dallo Stato e già applicata in molti Comuni della Città metropolitana in particolare quelli che hanno situazioni i alta tensione abitativa (per fare un esempio nell'Adda Martesana parliamo di realtà come Pioltello, Segrate, Vimodrone e Cologno Monzese). Il canone prevede un accordo tra i locatari e le istituzioni che, attraverso le parti sociali, permettono di redigere un contratto di affitto dove il prezzo per l'affittuario è più basso di quello del mercato. Il vantaggio per chi affitta sta chiaramente nella questione economica e non solo, per coloro che invece mettono a disposizione l'immobile questa soluzione offre la garanzia di un partner pubblico nella trattativa e prevede una serie di sgravi fiscali proposti dal Governo più altri addendum che possono essere discrezionalmente previsti dalle singole Amministrazioni comunali.
In linea di massima un principio perfetto per incrociare domanda e offerta laddove ci si misuri con molti edifici sfitti e le difficoltà di categorie di persone nel poter accedere al libero mercato della casa. Peccato che i numeri dicano tutt'altro, visto che come spiegato dallo stesso Maran a livello di Città metropolitana si parla di circa 4mila contratti firmati. Pochi, pochissimi specialmente in una Regione dove i costi delle case e degli affitti sono schizzati alle stelle.
Il canone metropolitano
La proposta di Maran sarebbe riassumibile nel tentativo di uniformare a livello di Città metropolitano questa misura, prevedendo una serie di fasce entro cui stabilire le quotazioni degli affitti (la proposta dell'assessore milanese era di prevedere due cerchie per Milano e tre per l'Hinterland superano le micro suddivisioni che oggi complicano e non poco la situazione).
Altro aspetto fondamentale è il lavoro tra le parti per trovare una cifra di affitto che incontri che le esigenze di chi cerca casa, ma anche l'interesse di chi è chiamato a metterla sul mercato calmierato. E' impensabile, infatti, che a fronte di una richiesta sempre alta di case in affitto il privato possa decidere di rinunciare in toto al potenziale guadagno. Di conseguenza bisogna trovare altri strumenti (sgravi fiscali, incentivi alla ristrutturazione, maggiore tassazione per chi tiene appartamenti vuoti) per rendere appetibile il canone calmierato.
Infine altro aspetto fondamentale è quello dell'informazione, una maggiore pubblicità della misura rivolta a chi cerca casa, ma soprattutto a chi ha spazi da mettere in affitto e ha intenzione di affidarsi a un partner pubblico o comunque di cercare la mediazione delle parti sociali.
Interesse e qualche perplessità
Veramente tanti gli interlocutori seduti al tavolo che hanno ascoltato la presentazione di Maran. Molti hanno colto l'aspetto positivo di cercare di dare una risposta all'emergenza abitativa che sta vivendo in particolare la città di Milano, ma non sono mancate le perplessità.
Come quelle sollevate dagli amministratori dell'hinterland che hanno sottolineato le difficoltà di estendere una misura come il canone concordato in contesti molto differenti tra loro (città con e senza mezzi pubblici, differenti tipologie di servizi, maggiore o minore attrattività) così come la necessità di prevedere delle garanzie per i piccoli proprietari che temono di incorrere nelle "gabole" tipiche dell'affitto: morosità, difficoltà nel riavere l'immobile in caso di mancati pagamenti, danneggiamenti etc...
Perplessi anche i sindacati e le associazioni di categoria, che pur non defilandosi dal tavolo del confronto, hanno sottolineato da un lato la necessità di mantenersi in linea con le normative in materia per non rischiare di perdere quello che a oggi è l'unico vantaggio del canone concordato per i locatari, ossia gli sgravi fiscali. Dall'altro hanno paventato il rischio che Milano diventi "traino" verso l'alto anche per i prezzi della Città metropolitana, drogando il mercato degli affitti e facendo schizzare verso l'alto i canoni "privati" anche lontano dal capoluogo.
La questione studenti
Chiaramente uno dei temi più delicati ha interessato gli studenti, sul piede di guerra ormai da settimana a Milano per i costi di affitto persino delle singole stanze che hanno raggiunto prezzi esorbitanti. Studenti che sembrano poco interessati a soluzioni extra-cittadine (situazione che invece potrebbe essere maggiormente attraente per i lavoratori "pendolari") e hanno ribadito come il canone calmierato, ma in linea con il mercato, sarebbe ancora eccessivo per le tasche di studenti e famiglie, ribadendo la necessità di un intervento governativo magari stanziando fondi proprio per la questione affitti.
"Rendere protagonista la Città metropolitana"
Soddisfatto dell'incontro il consigliere metropolitano con delega alle Politiche giovanili e ai Rapporti con le università Giorgio Mantoan che si è fatto promotore dell'incontro:
Sono molto soddisfatto. Il tema dal caro affitti e delle politiche dell'abitare va affrontato nella sua dimensione di area vasta. Il confronto di oggi è stato ricco e stimolante. Siamo riusciti ad avviare un percorso condiviso e inclusivo che vede il protagonismo dei 133 Comuni dell'area metropolitana, dei rappresentanti dei proprietari di abitazioni e degli inquilini, delle università e degli studenti. L'obiettivo è estendere e rafforzare lo strumento del canone concordato coinvolgendo l'area metropolitana nel minor tempo possibile.