Da Vinci a Melzo? Una prova in più potrebbe arrivare... dal tuorlo d'uovo
Una scoperta che arriva dall'Europa fa il paio con quanto già costatato dai ricercatori nella chiesa di Sant'Andrea
Un nuovo elemento avvicina Leonardo Da Vinci alla città di Melzo: il tuorlo d’uovo. E' da tempo che la chiesetta di Sant'Andrea è oggetto di studi approfonditi per via della presenza di opere d'arte vicine alla scuola del genio toscano. Secondo una parte degli studiosi interpellati dagli Amici della Chiesa di Sant'Andrea potrebbe essere stato Leonardo (o uno dei suoi allievi più vicini) a realizzare parte degli affreschi. E le ultime scoperte che arrivano dall'Europa sono un indizio in più.
Gli studi sulla pittura di Leonardo Da Vinci
Tutto parte da una ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communication, e condotta dalla dottoressa Ophélie Ranquet dell'Institute of Mechanical Process Engineeringand Mechanic. Nello studio in questione si afferma che i grandi maestri della pittura utilizzavano consapevolmente il tuorlo d'uovo allo scopo di rendere i loro colori più longevi e in grado di resistere meglio all’umidità. Una tesi in netta contrapposizione con l’opinione, finora più diffusa, secondo la quale la presenza di questa sostanza sarebbe la conseguenza di una contaminazione accidentale.
Tracce di tuorlo d'uovo anche a Melzo
Tracce di tuorlo d’uovo, però, non sono state trovate soltanto in opere come la Madonna col garofano di Leonardo, ma anche a Melzo. "Ne rilevammo anche nella pittura per gli affreschi della chiesa di Sant’Andrea", ha dichiarato, all’indomani della pubblicazione della ricerca della Ranquet, Adriano Perosi, presidente dell’associazione Amici di Sant’Andrea, a cui va il merito di aver contribuito al restauro dell’edificio e delle sue opere.
«Le nostre perizie risalgono al lontano 2005 e furono inserite nei nostri due libri sulla chiesa, l’ultimo uscito nel 2017.
L'influenza leonardesca in Sant'Andrea
Il frutto di un insegnamento che il Maestro potrebbe aver impartito ai suoi discepoli. Nel corso degli anni diverse analisi avevano già attribuito alla scuola leonardesca diverse raffigurazioni presenti nella cappella, arrivando anche a ipotizzare che potrebbe celarsi proprio l’autore della Gioconda dietro la scena che racconta la Crocifissione del Santo, sulla parete laterale.
La rappresentazione infatti è stata realizzata da una persona ambidestra e l’unico della scuola leonardesca a essere in grado di lavorare con entrambe le mani è proprio Leonardo. Ora si è aggiunta una prova in più.
Il fatto che anche qui siano stati trovati questi colori con uovo e olio rafforza il legame tra Da Vinci e la nostra chiesa .
ha concluso Perosi.