Lotta olimpica

Da Pioltello alle Olimpiadi di Parigi 2024: Iman lotta per un sogno

Iman Mahdavi è fuggito dall'Iran per scampare dal regime. Ora può essere inserito nella selezione dei Rifugiati per competere nella manifestazione a cinque cerchi

Da Pioltello alle Olimpiadi di Parigi 2024: Iman lotta per un sogno
Pubblicato:

La strada per Parigi è lunga e irta di ostacoli, ma non sarà mai paragonabile ai duemila chilometri che ha dovuto percorrere a piedi per scappare dall’Iran e raggiungere la Turchia. Là dove ha preso un volo che lo ha portato in Italia, a Pioltello, dove ha trovato scampo dalle persecuzioni politiche e al tempo stesso la possibilità di coronare un sogno: partecipare alle Olimpiadi del 2024.

Da Pioltello a Parigi 2024: il sogno di Iman

Il 28enne Iman Mahdavi è stato ufficialmente inserito dal Comitato olimpico internazionale nella squadra dei rifugiati. Ciò significa che pur essendo apolide potrà giocarsi le sue chance per ottenere un pass a cinque cerchi e misurarsi tra i grandi dello sport internazionale nella sua disciplina: la lotta.

Un sogno che diventa realtà e il merito, oltre che a lui e alle sue doti di atleta, va anche all’Asd Lotta Club di Seggiano, la società che gli ha aperto le porte delle proprie palestre, ha messo a disposizione i tecnici e gli ha dato la possibilità di continuare ad allenarsi così come faceva nel suo Paese di origine.

Un campione fuggito dall'Iran

Iman, infatti, era un atleta di alto livello prima di essere costretto a fuggire ormai due anni fa. La sua storia era stata ripresa dall’Organizzazione internazionale dei rifugiati (Unhcr) che nel 2022, in occasione della Giornata mondiale loro dedicata, aveva raccolto la testimonianza del 28enne. Aveva percorso duemila chilometri a piedi per raggiungere Instanbul e da lì era stato imbarcato su un aereo come clandestino. Una volta in Italia era stato accolto dalla comunità di Exodus che lo aveva aiutato anche a ricevere lo status di rifugiato politico.

La passione per lo sport che praticava in Iran (dove era oltre che atleta anche allenatore) lo aveva spinto a mettersi alla ricerca di una società nella provincia di Milano e così aveva intercettato il Lotta Club. «La prima volta che venne in palestra era inverno, entrò a bordo di un monopattino elettrico - aveva raccontato il suo allenatore Marco Moroni - Era arrivato da Carnate, in provincia di Monza Brianza, sfidando il freddo».

Una casa dove allenarsi e superare ogni barriera

Da quel giorno Pioltello è diventata la sua seconda casa, il Lotta club la sua famiglia. E finalmente è arrivata quella risposta che tanto attendeva: il Cio ha accolto la sua istanza e lo ha inserito nella squadra dei Rifugiati.

Questo significa per lui la possibilità di partecipare alle Olimpiadi, il suo grande sogno. Il percorso di qualificazione è diverso rispetto ai canali soliti: gli atleti devono dimostrare di avere una competitività tale da potersi misurare in un contesto internazionale. Sono criteri soggettivi che saranno valutati da una commissione ad hoc. Diciamo che Imam in questi due anni deve allenarsi bene e gareggiare per dimostrare il suo valore.

ha raccontato il presidente della società pioltellese Giuseppe Gammarota. Una missione per il ragazzo, che ha preso parte anche a uno stage di preparazione con la nazionale della Romania.

In Italia la lotta è uno sport minore, sono pochi gli atleti di altissimo livello e solitamente fanno parte dei gruppi sportivi. Iman per la sua condizione non può entrarvi a far parte, né può gareggiare nel Campionato italiano perché straniero. Così lo stiamo supportando noi, cercando sponsor e partecipando a bandi per pagare le trasferte e permettergli di misurarsi in contesti internazionali. Come società siamo al suo fianco per aiutarlo a coronare il suo sogno, così come facciamo con tutti gli altri ragazzi che fanno parte della nostra società.

L’Asd Lotta Club è presente in città dal 1985 e pur essendo una delle realtà più importanti a livello nazionale nella lotta, prima d’ora non ha mai portato atleti alle Olimpiadi: Iman potrebbe essere il primo. Un risultato di grande prestigio sportivo, certo, ma anche di alto valore umano per un gruppo di volontari che hanno preso a cuore un ragazzo in fuga dal suo Paese e gli hanno dato una possibilità che il 28enne non intende sprecare.

Seguici sui nostri canali